Atticvs: Quorsum tandem aut cur ista quaeris?
Marcvs: Nihil sane nisi ne nimis diligenter inquiras in ea quae isto modo memoriae sint prodita.
Atticvs: Atqui multa quaeruntur in Mario fictane an uera sint et a nonnullis quod et in recenti memoria et in Arpinati homine uers ueritas a te postulatur.
Marcvs: Et mehercule ego me cupio non mendacem putari sed tamen nonnulli isti Tite noster faciunt imperite qui in isto periculo non ut a poeta sed ut a teste ueritatem exigant nec dubito quin idem et cum Egeria conlocutum Numam et ab aquila Tarquinio apicem impositum putent.
Versione tradotta
Attico: - Ma qual è il tuo obiettivo e perché mi fai questa domanda?
Marco: - Per nessun altro fine se non perché tu non ti metta ad indagare con troppo impegno tradizioni di questo genere.
Attico: - Eppure di molti fatti nel Mario si domanda se siano reali o inventati, e da parte di parecchi ti si chiede la verità, dal momento che sei interessato ai fatti recenti e ad un personaggio di Arpino.
Marco: - Per Ercole, io non vorrei essere considerato un bugiardo; eppure codesti "parecchi", mio Tito, si comportano da ingenui sprovveduti, pretendendo la verità in questo mio tentativo, non come se fossi un poeta, ma addirittura un testimone; e non dubito che questi stessi crederebbero che Numa avesse davvero dei colloqui con Egeria e che un'aquila abbia incoronato Tarquinio.
- Letteratura Latina
- Libro 1
- Cicerone
- De Legibus