Historiae Romanae, Libro 2, Capitolo 18 - Studentville

Historiae Romanae, Libro 2, Capitolo 18

P. Sulpicius tribunus plebis disertus acer opibus gratia amicitiis vigore ingenii atque animi celeberrimus cum antea rectissima voluntate apud populum maxumam quaesisset dignitatem quasi pigeret eum virtutum suarum et bene consulta ei male cederent subito pravus et praeceps se C. Mario post septuagesimum annum omnia imperia et omnes provincias concupiscenti addixit legemque ad populum tulit qua Sullae imperium abrogaretur C.Mario bellum decerneretur Mithridaticum aliasque leges perniciosas et exitiabiles neque tolerandas liberae civitati tulit. Quin etiam Q. Pompei consulis filium eundemque Sullae generum per emissiarios factionis suae interfecit.

Versione tradotta

Il tribuno della plebe Publio Sulpicio, eloquente, energico, popolarissimo per ricchezza, influenza, amicizie, forza dell’ingegno e dell’animo, avendo implorato precedentemente la massima carica davanti al popolo con volontà molto schietta, come se gli dispiacesse delle proprie virtù e gli andassero male le opportune deliberazioni, improvvisamente malvagio e sconsiderato, dopo il settantesimo anno, si abbandonò a Mario che desiderava ardentemente tutte le cariche e tutte le province, e propose al popolo la legge in virtù della quale il potere di Silla veniva revocato e la guerra contro Mitridate veniva assegnata a Mario, e propose altre leggi funeste, rovinose e che non dovevano essere tollerate da una comunità libera. Anzi, per mezzo di emissari della propria fazione fece uccidere pure il figlio del console Pompeo e il medesimo genero di Silla.

  • Letteratura Latina
  • Historiae Romanae di Velleio Patercolo
  • Velleio Patercolo

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