De Bello Gallico, Libro 2 - Par. 10 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 2 - Par. 10

Certior factus ab Titurio omnem equitatum et levis armaturae Numidas, funditores sagittariosque pontem traducit atque ad eos contendit. Acriter in eo loco pugnatum est. Hostes impeditos nostri in flumine adgressi magnum eorum numerum occiderunt; per eorum corpora reliquos audacissime transire conantes multitudine telorum reppulerunt, primos qui transierant equitatu circumventos interfecerunt. Hostes ubi et de expugnando oppido et de flumine transeundo spem se fefellisse intellexerunt neque nostros in locum iniquiorem progredi pugnandi causa viderunt atque ipsos res frumentaria deficere coepit, concilio convocato constituerunt optimum esse domum suam quemque reverti et quorum in fines primum Romani exercitum introduxissent, ad eos defendendos undique convenirent, ut potius in suis quam in alienis finibus decertarent et domesticis copiis rei frumentariae uterentur. Ad eam sententiam cum reliquis causis haec quoque ratio eos deduxit, quod Diviciacum atque Haeduos finibus Bellovacorum adpropinquare cognoverant. His persuaderi ut diutius morarentur neque suis auxilium ferrent non poterat.

Versione tradotta

Informato da Titurio, fa passare il ponte a tutta la cavalleria, ai Numidi di armatura leggera, ai frombolieri ed agli arcieri e si diresse contro di loro. In quel luogo si combatté aspramente. I nostri assaliti i nemici in difficoltà sul fiume ne uccisero un gran numero; respinsero con una massa di giavellotti gli altri che attraverso i loro corpi molto audacemente tentavano di passare, massacrarono i primi che erano passati, circondati dalla cavalleria.
I nemici quando capirono di aver fallito la speranza di espugnare la città e di passare il fiume e videro che i nostri non avanzavano in posizione sfavorevole per combattere e il vettovagliamento cominciò loro a mancare, convocata l’assemblea decisero essere cosa ottima che ciascuno ritornasse nella sua patria e che si riunissero da ogni parte per difenderli, nei territori di quelli in cui inizialmente i Romani avessero condotto l’esercito, per combattere piuttosto nei loro che nei territori stranieri e si servissero delle scorte proprie di vettovagliamento. A quella decisione, con altri motivo li portò anche questo calcolo, perché avevano saputo che Diviziaco e gli Edui si avvicinavano ai territori dei Bellovaci. Non si poteva convincere costoro che si fermassero più a lungo e non portassero aiuto ai loro.

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