Pro his Diviciacus – nam post discessum Belgarum dimissis Haeduorum copiis ad eum reverterat – facit verba: Bellovacos omni tempore in fide atque amicitia civitatis Haeduae fuisse; impulsos ab suis principibus, qui dicerent Haeduos a Caesare in servitutem redactos omnes indignitates contumeliasque perferre, et ab Haeduis defecisse et populo Romano bellum intulisse. Qui eius consilii principes fuissent, quod intellegerent quantam calamitatem civitati intulissent, in Britanniam profugisse. Petere non solum Bellovacos, sed etiam pro his Haeduos, ut sua clementia ac mansuetudine in eos utatur. Quod si fecerit, Haeduorum auctoritatem apud omnes Belgas amplificaturum, quorum auxiliis atque opibus, si qua bella inciderint, sustentare consuerint
Versione tradotta
A loro difesa Diviziaco – infatti dopo la partenza dei Belgi, congedate le truppe degli Edui, era ritornato da lui, fece un discorso: che i Bellovaci in ogni tempo erano stati in lealtà e nell’amicizia della nazione edua;
spinti dai loro capi, che dicevano che gli Edui eran stati ridotti in schiavitù da Cesare e pativano ogni umiliazione ed oltraggio e che si erano staccati dagli Edui ed avevano dichiarato guerra al popolo romano. Quelli che eran stati i capi di quel piano, poiché capivano quanto grave danno avevano recato alla nazione, erano fuggiti in Britannia. (Che) non solo i Bellovaci chiedevano, ma anche gli Edui per loro, che usasse la sua clemenza e mansuetudine verso di essi. Se lo avesse fatto, il prestigio degli Edui si sarebbe amplificato presso tutti i Belgi, dei cui aiuti e mezzi, se fossero capitate delle guerre, erano soliti fornirsi.
- De Bello Gallico
- Libro 2
- Cesare
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