Cum per eorum fines triduo iter fecisset, inveniebat ex captivis Sabim flumen a castris suis non amplius milibus passuum x abesse; trans id flumen omnes Nervios consedisse adventumque ibi Romanorum exspectare una cum Atrebatibus et Viromanduis, finitimis suis – nam his utrisque persuaserant, uti eandem belli fortunam experirentur-; exspectari etiam ab iis Atuatucorum copias atque esse in itinere; mulieres quique per aetatem ad pugnam inutiles viderentur, in eum locum coniecisse, quo propter paludes exercitui aditus non esset.
Versione tradotta
Cesare avendo fatto una marcia per tre giorni attraverso i loro territori, scopriva dai prigionieri che il fiume Sambre distava dai suoi accampamenti non più di 10 mila passi; che tutti i Nervi si erano insediati al di là di quel fiume e lì aspettavano l’arrivo dei Romani insieme con gli Atrebati ed i Viromandui, loro confinanti – infatti avevano persuaso entrambi questi a tentare la stessa sorte della guerra -; da parte loro si attendevano anche le truppe degli Atuatuci e che erano in marcia; le donne e quelli che sembravano inutili per la battaglia, li avevano riuniti in quel luogo, a cui non vi fosse un accesso per l’esercito a causa delle paludi.
- De Bello Gallico
- Libro 2
- Cesare
- De Bello Gallico