His rebus cognitis exploratores centurionesque praemittit, qui locum castris idoneum deligant. Cum ex dediticiis Belgis reliquisque Gallis complures Caesarem secuti una iter facerent, quidam ex his, ut postea ex captivis cognitum est, eorum dierum consuetudine itineris nostri exercitus perspecta nocte ad Nervios pervenerunt atque his demonstrarunt inter singulas legiones impedimentorum magnum numerum intercedere neque esse quicquam negotii, cum prima legio in castra venisset reliquaeque legiones magnum spatium abessent, hanc sub sarcinis adoriri; qua pulsa impedimentisque direptis futurum ut reliquae contra consistere non auderent. Adiuvabat etiam eorum consilium, qui rem deferebant, quod Nervii antiquitus, cum equitatu nihil possent – neque enim ad hoc tempus ei rei student, sed quicquid possunt, pedestribus valent copiis -, quo facilius finitimorum equitatum, si praedandi causa ad eos venissent, impedirent, teneris arboribus incisis atque inflexis crebrisque in latitudinem ramis enatis et rubis sentibusque interiectis effecerant, ut instar muri hae saepes munimentum praeberent, quo non modo non intrari, sed ne perspici quidem posset. His rebus cum iter agminis nostri impediretur, non omittendum sibi consilium Nervii existimaverunt.
Versione tradotta
Sapute queste cose, manda avanti esploratori e centurioni, che scelgano un luogo adatto agli accampamenti. Poiché parecchi dei Belgi arresi e degli altri Galli, seguendo Cesare, facevano insieme la marcia, alcuni di loro, come poi si seppe dai prigionieri, secondo l’abitudine di quei giorni di marcia del nostro esercito, attesa la notte, giunsero dai Nervi e dichiararono loro che tra le singole legioni intercorreva un gran numero di carriaggi e non c’era alcuna difficoltà, essendo giunta la prima legione negli accampamenti e le altre legioni essendo lontano una grande distanza, assalire questa sotto
gli zaini; sbaragliata questa e saccheggiati i carriaggi, sarebbe accaduto che le altre non osassero porsi contro. Aiutava pure il piano di coloro che proponevano la cosa, il fatto che i Nervi anticamente, non potendo nulla con la cavalleria – ed infatti di quell’impresa non si preoccupano fino ad ora, ma quel che possono, lo valgono per le truppe di fanteria -, per bloccare più facilmente la cavalleria dei confinanti, se fossero venuti per depredare, tagliati alberi teneri e piegati in larghezza i molti rami nati e messi in mezzo rovi e spine avevan fatto sì che queste siepi presentavano una fortificazione a guisa di muraglia, per cui non solo non si poteva entrare, ma neppure vederci. Essendo impedita da questi fatti la marcia della nostra schiera, i Nervi pensarono di non disprezzare questo piano.
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cesare
- De Bello Gallico