Ac primo adventu exercitus nostri crebras ex oppido excursiones faciebant parvulisque proeliis cum nostris contendebant; postea vallo pedum in circuitu quindecim milium crebrisque castellis circummuniti oppido se continebant. Ubi vineis actis aggere exstructo turrim procul constitui viderunt, primum inridere ex muro atque increpitare vocibus, quod tanta machinatio a tanto spatio instrueretur: quibusnam manibus aut quibus viribus praesertim homines tantulae staturae – nam plerumque omnibus Gallis prae magnitudine corporum suorum brevitas nostra contemptui est – tanti oneris turrim in muro posse conlocare confiderent?
Versione tradotta
Ma al primo arrivo del nostro esercito facevano molte scorrerie dalla città e con scaramucce piccoline si scontravano con i nostri; in seguito rafforzati con una trincea attorno di quindici mila piedi e con parecchie fortezze, si tenevano in città. Come videro da lontano che, avanzate le gallerie e costruito un argine, si fabbricava una torre, dapprima dal muro deridevano ed insultavano con frasi, che si preparasse una così grande macchina da una distanza così grande; con quali mani o quali forze soprattutto uomini di così piccola statura – infatti per lo più per tutti i Galli di fronte alla grandezza dei loro corpi la nostra piccolezza era oggetto di scherno – speravano di poter collocare sul muro una torre di così grande mole?
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cesare
- De Bello Gallico