Ad haec Caesar respondit: se magis consuetudine sua quam merito eorum civitatem conservaturum, si priusquam murum aries attigisset, se dedidissent; sed deditionis nullam esse condicionem nisi armis traditis. Se id quod in Nerviis fecisset facturum finitimisque imperaturum ne quam dediticiis populi Romani iniuriam inferrent. Re nuntiata ad suos, quae imperarentur facere dixerunt. Armorum magna multitudine de muro in fossam quae erat ante oppidum iacta, sic ut prope summam muri aggerisque altitudinem acervi armorum adaequarent, et tamen circiter parte tertia, ut postea perspectum est, celata atque in oppido retenta, portis patefactis eo die pace sunt usi.
Versione tradotta
A queste cose Cesare rispose: che aveva salvato più per sua abitudine che per merito la loro nazione, se si fossero arresi prima che (la macchina del)l’ariete toccasse il muro; ma che non c’era nessuna condizione di resa, se non consegnate le armi. Avrebbe fatto quello che aveva fatto tra i Nervi ed avrebbe ordinato ai confinanti di non recare alcun oltraggio agli arresi del popolo romano. Annunciata la cosa ai loro, dissero di fare quelle cose che erano ordinate. Gettata una gran quantità di armi dal muro nel fossato, che era davanti alla città, così che i mucchi di armi quasi pareggiavano alla cima dell’altezza del muro e del terrapieno e tuttavia trattenutane e nascosta la terza parte in città, come poi fu scoperto, aperte le porte per quel giorno godettero la pace.
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cesare
- De Bello Gallico