De Bello Gallico, Libro 2 - Par. 5 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 2 - Par. 5

Caesar Remos cohortatus liberaliterque oratione prosecutus omnem senatum ad se convenire principumque liberos obsides ad se adduci iussit. Quae omnia ab his diligenter ad diem facta sunt. Ipse Diviciacum Haeduum magnopere cohortatus docet, quanto opere rei publicae communisque salutis intersit manus hostium distineri, ne cum tanta multitudine uno tempore confligendum sit. Id fieri posse, si suas copias Haedui in fines Bellovacorum introduxerint et eorum agros populari coeperint. His datis mandatis eum ab se dimittit. Postquam omnes Belgarum copias in unum locum coactas ad se venire vidit neque iam longe abesse ab iis quos miserat exploratoribus et ab Remis cognovit, flumen Axonam, quod est in extremis Remorum finibus, exercitum traducere maturavit atque ibi castra posuit. Quae res et latus unum castrorum ripis fluminis muniebat et post eum quae essent, tuta ab hostibus reddebat, et commeatus ab Remis reliquisque civitatibus ut sine periculo ad eum portari possent, efficiebat. In eo flumine pons erat. Ibi praesidium ponit et in altera parte fluminis Q. Titurium Sabinum legatum cum sex cohortibus relinquit; castra in altitudinem pedum xii vallo fossaque duodeviginti pedum muniri iubet.

Versione tradotta

Cesare incoraggiati i Remi e proseguendo cordialmente con un discorso ordinò che tutto il senato si riunisse presso di lui e si portassero presso di lui come ostaggi i figli dei capi. Tutto questo fu da loro puntualmente eseguito per la data (fissata).Di persona, dopo aver incoraggiato molto l’eduo Diviziaco dichiara quanto importi allo stato ed alla comune salvezza che si separassero i manipolo dei nemici, per non dover combattere in solo tempo contro una moltitudine così grande.(Disse) che di poteva fare, se gli Edui avessero portato nei territori dei Bellovaci le loro truppe e avessero cominciato a devastare i campi. Date queste istruzioni lo congeda da sé. Dopo che vide che tutte le truppe dei Belgi riunite in un solo luogo venivano contro di lui e seppe da quegli esploratori che aveva inviato e dai Remi, che ormai non erano lontano, si affrettò a far passere l’esercito oltre il fiume Aisne, che è negli estremi confini dei Remi e lì pose l’accampamento. Questa posizione sia fortificava un solo lato degli accampamenti con le rive del fiume e rendeva tutto quello che stava dietro a lui, sicuro dai nemici e faceva sì che i rifornimenti da parte dei remi e degli altri popoli si potessero portare a lui senza rischi. Su quel fiume c’era un ponte. Lì pone una guarnigione e nell’altra parte del fiume lascia il legato Q. Tiburio Sabino con sei coorti; ordina che gli accampamenti siano fortificati con una trincea di 12 piedi in altezza e con un fossato di diciotto piedi.

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