Palus erat non magna inter nostrum atque hostium exercitum. Hanc si nostri transirent, hostes exspectabant; nostri autem, si ab illis initium transeundi fieret, ut impeditos adgrederentur, parati in armis erant. Interim proelio equestri inter duas acies contendebatur. Ubi neutri transeundi initium faciunt, secundiore equitum proelio nostris Caesar suos in castra reduxit. Hostes protinus ex eo loco ad flumen Axonam contenderunt, quod esse post nostra castra demonstratum est. Ibi vadis repertis partem suarum copiarum traducere conati sunt eo consilio, ut, si possent, castellum, cui praeerat Q. Titurius legatus, expugnarent pontemque interscinderent, si minus potuissent, agros Remorum popularentur, qui magno nobis usui ad bellum gerendum erant, commeatuque nostros prohiberent.
Versione tradotta
Una palude non grande si trovava tra il nostro e l’esercito dei nemici.
Se i nostri la passassero, i nemici l’aspettavano; i nostri invece, se da parte loro si fosse dato inizio al passare, erano pronti in armi ad assalirli ( una volta) impegnati. Intanto tra le due schiere ci si scontrava con battagli di cavalleria. Poiché nessuno dà inizio ad attraversare, con uno scontro di cavalleria più propizio per i nostri Cesare ricondusse i suoi negli accampamenti. I nemici subito da quel luogo si diressero al fiume Aisne, che è stato detto esser dietro ai nostri accampamenti. Qui trovati dei guadi, tentarono di far passare parte delle loro truppe con questo piano, per espugnare, se potessero, la fortezza, a cui era a capo il legato Q. Titurio e tagliare il ponte, se avessero potuto di meno, di devastare i campi dei remi che per noi erano di grande per fare la guerra ed bloccare i nostri dal rifornimento.
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cesare
- De Bello Gallico