Paragrafo 11
Quae ergo ad vitam hominum tuendam pertinent partim sunt
inanima ut aurum argentum ut ea quae gignuntur e terra ut alia generis eiusdem partim animalia quae habent suos impetus et
rerum appetitus. Eorum autem rationis expertia sunt alia ratione utentia. Expertes rationis equi boves reliquae pecudes apes
quarum opere efficitur aliquid ad usum hominum atque vitam. Ratione autem utentium duo genera ponunt deorum unum alterum
hominum. Deos placatos pietas efficiet et sanctitas; proxime autem et secundum deos homines hominibus maxime utiles esse
possunt.
Paragrafo 12
Earumque item rerum quae noceant et obsint eadem divisio est.
Sed quia deos nocere non putant iis exceptis homines hominibus obesse plurimum arbitrantur. Ea enim ipsa quae inanima diximus
pleraque sunt hominum operis effecta quae nec haberemus nisi manus et ars accessisset nec iis sine hominum administratione
uteremur. Neque enim valitudinis curatio neque navigatio neque agricultura neque frugum fructuumque reliquorum perceptio et
conservatio sine hominum opera ulla esse potuisset.
Paragrafo 13
Iam vero et earum
rerum quibus abundaremus exportatio et earum quibus egeremus invectio certe nulla esset nisi iis muneribus homines fungerentur.
Eademque ratione nec lapides ex terra exciderentur ad usum nostrum necessarii nec ferrum aes aurum argentum effoderetur penitus
abditum sine hominum labore et manu. Tecta vero quibus et frigorum vis pelleretur et calorum molestiae sedarentur unde aut
initio generi humano dari potuissent aut postea subvenire si aut vi tempestatis aut terrae motu aut vetustate cecidissent nisi
communis vita ab hominibus harum rerum auxilia petere didicisset?
Paragrafo 14
Adde
ductus aquarum derivationes fluminum agrorum inrigationes moles oppositas fluctibus portus manu factos quae unde sine hominum
opere habere possemus? Ex quibus multisque aliis perspicuum est qui fructus quaeque utilitates ex rebus iis quae sint inanima
percipiantur eas nos nullo modo sine hominum manu atque opera capere potuisse. Qui denique ex bestiis fructus aut quae
commoditas nisi homines adiuvarent percipi posset? Nam et qui principes inveniendi fuerunt quem ex quaque belua usum habere
possemus homines certe fuerunt nec hoc tempore sine hominum opera aut pascere eas aut domare aut tueri aut tempestivos fructus
ex iis capere possemus; ab eisdemque et eae quae nocent interficiuntur et quae usui possunt esse
capiuntur.
Paragrafo 15
Quid enumerem artium multitudinem sine quibus vita omnino
nulla esse potuisset? Qui enim aegris subveniretur quae esset oblectatio valentium qui victus aut cultus nisi tam multae nobis
artes ministrarent quibus rebus exculta hominum vita tantum distat a victu et cultu bestiarum. Urbes vero sine hominum coetu
non potuissent nec aedificari nec frequentari ex quo leges moresque constituti tum iuris aequa discriptio certaque vivendi
disciplina; quas res et mansuetudo animorum consecuta et verecundia est effectumque ut esset vita munitior atque ut dando et
accipiendo mutandisque facultatibus et commodis nulla re egeremus.
Versione tradotta
Le cose che riguardano la conservazione della vita umana sono in parte
inanimate, come l'oro, l'argento, i prodotti della terra ed altre del medesimo genere, in parte sono animate, ed hanno i
propri istinti e appetiti. Tra queste, parte è priva di ragione, parte, invece, ne è for nita. Privi di ragione sono i cavalli.
i buoi, gli altri animali domestici, [le api,] il cui lavoro produce alcuni vantaggi per l'uomo e la sua vita. Due sono le
classi di coloro che sono forniti di ragione, una è quella degli dei, l'al tra è quella degli uomini. Il sentimento di pietà e
di reverenza ci renderà propizi gli dei; ma dopo gli dei e seguendo subito dopo di essi gli uomini, possono essere soprattutto
utili agli uomini.
La stessa divisione si può applicare a quelle cose che
ci nuocciono e ostacolano. Ma poiché si crede che gli dei non facciano il male, si ritiene che - messi da parte quelli - gli
uomini costituiscano il più grande ostacolo per gli uomini. Infatti quelle stesse cose che abbiamo detto inanimate, sono per la
maggior parte il prodotto del lavoro umano, che non avremmo se non ci fossero state le mani e la mente, e non le potremmo
nemmeno usare senza l'ausilio degli uomini. Senza l'opera dell'uomo non sarebbero possibili la medicina, la navigazione,
l'agricoltura, il raccolto e la conservazione delle messi e di tutti gli altri frutti.
Inoltre l'esportazione di quei prodotti dei quali abbondiamo e
l'importazione di quelli di cui scarseggiamo non sarebbero possibili, se gli uomini non si dedicassero a questi compiti. Per
lo stesso motivo non si estrarrebbero dalla terra le pietre necessarie al nostro uso, né il ferro, il bronzo, l'oro e
l'argento nascosto nel profondo si estrarrebbero senza la fatica e la mano dell'uomo. Le case, invero, con le quali scacciare
la violenza del freddo e temperare la molestia del caldo, come avrebbero potuto essere fornite sin da principio al genere umano
o si sarebbero, poi, potute ricostruire se fossero cadute per la violenza di una tempesta o di un terremoto o per la loro
stessa vecchiaia, se la vita associata non avesse appreso a chiedere aiuto agli uomini contro tali calamità?
Aggiungi gli acquedotti, le deviazioni dei fiumi, le irrigazioni dei
campi, le dighe contro i flutti, i porti creati dall'uomo, tutte queste opere come potremmo averle senza il lavoro dell'uomo?
Da questi e da molti altri esempi è evidente che quei frutti e quei vantaggi che si traggono dalle cose inanimate, non li
avremmo mai potuti ottenere senza il lavoro manuale dell'uomo.Infine, qual frutto o qual vantaggio si sarebbe potuto ricavare
dalle bestie, se gli uomini non ci aiutassero? Infatti furono certamente uomini coloro che per primi trovarono quale uso si
potesse avere da ciascun animale, e ora senza l'opera dell'uomo non potremmo farli pascolare o domarli o custodirli o
prenderne il frutto al momento opportuno; e sono gli uomini che uccidono gli animali dannosi e che catturano quelli che ci
possono essere utili.
A che enumerare il gran numero delle arti, senza le
quali la vita dell'uomo non potrebbe affatto sussistere? Quale aiuto si darebbe ai malati, quale sollievo avrebbero i sani,
quali potrebbero essere il vitto e il tenore di vita, se tante arti non ci fornissero quei mezzi dai quali la vita dell'uomo
resa civile tanto lontana dal vitto e dal modo di vivere delle bestie? Le città, poi, senza l'unione degli uomini non
avrebbero potuto essere né edificate né popolate: di lì furono stabilite le leggi e i costumi, l'equa ripartizione dei diritti
e dei doveri e una regola
sicura di vita. Da ciò derivarono mitezza d'animo e pudore; ne risultarono anche una maggiore
sicurezza di vita e il non mancar di nulla, col dare e con l'avere, con lo scambio e il prestito dei beni.
- Letteratura Latina
- De Officiis di Cicerone
- Cicerone