De Legibus, Libro 2, Paragrafo 17 - Studentville

De Legibus, Libro 2, Paragrafo 17

Quintus: Habeo vero frater et in hoc admodum delector quod in aliis rebus aliisque sententiis versaris atque ille. Nihil enim tam dissimile quam vel ea quae ante dixisti vel hoc ipsum de deis exordium. Unum illud mihi videris imitari orationis genus.

Marcus: Velle fortasse: quis enim id potest aut umquam poterit imitari? Nam sententias interpretari perfacile est quod quidem ego facerem nisi plane esse vellem meus. Quid enim negotii est eadem prope verbis isdem conversa dicere?

Quintus: Prorsus adsentior. Verum ut modo tute dixisti te esse malo tuum. Sed iam exprome si placet istas leges de religione.

Versione tradotta

Quinto: - Giusto, fratello, e mi rallegro moltissimo che tu segua argomenti e concetti diversi dai suoi. Non vi è nulla infatti di tanto diverso da quanto hai detto o dalla stessa introduzione sulle divinità; questo soltanto mi sembra che tu voglia imitare, cioè il genere del discorso.

Marco: - Forse lo vorrei; ma chi potrebbe, o potrà mai imitarlo? Infatti è facilissimo tradurre i concetti; cosa che vorrei fare, se non preferissi essere del tutto originale. Quale difficoltà infatti vi sarebbe ad esprimere le stesse cose, tradotte pressoché con le stesse parole?

Quinto: - Sono completamente d'accordo; però, come appunto tu hai affermato, preferisco che tu sia te stesso. Ma ormai, se ti fa piacere, esponi pure queste leggi sulla religione.

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