itemque alios ad dies ubertatem lactis feturaeque servanto idque ne omitti possit ad eam rem rationem cursus annuos sacerdotes finiunto quaeque quoique divo decorae grataeque sint hostiae providento.’ ‘Divisque aliis sacerdotes omnibus pontifices singulis flamines sunto. Virginesque Vestales in urbe custodiunto ignem foci publici sempitemum.’ ‘Quoque haec privatim et publice modo rituque fiant discunto ignari a publicis sacerdotibus. Eorum autem genera sunto tria: unum quod praesit caerimoniis et sacris alterum quod interpretetur fatidicorum et vatium ecfata incognita quae eorum senatus populusque asciverit. Interpretes autem Iovis optumi maxumi publici augures signis et auspiciis operam danto disciplinam tenento
Versione tradotta
e parimenti riservino ad altri giorni una quantità di latte e di animali appena nati; perché ciò non possa essere trascurato, i sacerdoti determinino norma e annue ricorrenze; e provvedano quelle vittime che siano a ogni dio belle e gradite. - Vi sia per ogni dio un sacerdote, per tutti il pontefice, ai singoli i flamini. E le vergini Vestali nella città custodiscano il fuoco perenne del focolare pubblico. - In quale modo e secondo quale rito questo si faccia in pubblico ed in privato, lo apprendano i profani dai pubblici sacerdoti. Di questi, tre siano i tipi, uno che presieda le cerimonie ed i sacrifici, l'altro interpreti le oscure risposte degli indovini e dei vati, che saranno approvate dal senato e dal popolo; inoltre gli interpreti di Giove Ottimo Massimo, i pubblici àuguri, facciano previsioni dai presagi e dagli auspici, osservino la regola,
- De Legibus
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus