De Legibus, Libro 2, Paragrafo 23 - Studentville

De Legibus, Libro 2, Paragrafo 23

Atticus: Conclusa quidem est a te magna lex sane quam brevi! Sed ut mihi quidem videtur non multum discrepat ista constitutio religionum a legibus Numae nostrisque moribus.

Marcus: An censes quom in illis de re publica libris persuadere videatur Africanus omnium rerum publicarum nostram veterem illam fuisse optumam non necesse esse optumae rei publicae leges dare consentaneas?

Atticus : Immo prorsus ita censeo.

Marcus: Ergo adeo expectate leges quae genus illud optumum rei publicae contineant et si quae forte a me hodie rogabuntur quae non sint in nostra re publica nec fuerint tamen erunt fere in more maiorum qui tum ut lex valebat.

Versione tradotta

Attico: - Hai sintetizzato una grande legge nella forma più breve! Ma, a parere mio, questa costituzione religiosa non differisce molto dalle leggi di Numa e dalle nostre usanze.

Marco: - Poiché in quei libri sullo Stato sembra che l'Africano dichiari, di tutti gli ordinamenti civili, che quello nostro antico è stato il migliore, forse non ritieni che si debbano attribuire leggi adeguate ad un ottimo Stato?

Attico: - In realtà la penso esattamente così.

Marco: - Ed allora aspettatevi delle leggi che governino quel tipo ottimo di Stato, e se per caso io oggi ne proporrò alcune che non esistono né esisteranno nel nostro Stato, esse tuttavia sono esistite più o meno come consuetudine degli antenati, che aveva allora forza di legge.

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