Bene vero quod Mens Pietas Virtus Fides consecrantur humanae quarum ommum Romae dedicata publice templa sunt ut illas qui habeant habent autem omnes boni deos ipsos in animis suis conlocatos putent. Nam illud vitiosum Athenis quod Cylonio scelere expiato Epimenide Crete suadente fecerunt Contumeliae fanum et Inpudentiae . Virtutes enim non vitia consecrari decet. Araque vetusta in Palatio Febris et altera Esquiliis Malae Fortunae detest atque omnia eius modi repudianda sunt. Quodsi fingenda nomina Vicaepotae potius vincendi atque potiundi Statae standi cognominaque Statoris et Invicti Iovis rerumque expetendarum nomina Salutis Honoris Opis Victoriae quoniamque exspectatione rerum bonarum erigitur animus recte etiam Spes a Calatino consecrata est. Fortunaque sit vel Huiusce diei nam valet in omnis dies vel Respiciens ad opem ferendam vel Fors in quo incerti casus significantur magis vel Primigenia a gignendo comes.
Versione tradotta
Ed è bene che siano consacrate la Ragione, la Pietà, la Virtù, la Fede; a tutte queste sono dedicati in Roma dei templi in maniera tale che, tutti quelli che le posseggono - e le posseggono tutti i buoni - pensino di avere nel loro animo gli dèi stessi. Colpevole azione fu, in realtà quella degli Ateniesi; per espiare il delitto commesso contro Cilene, dietro consiglio del cretese Epimenide essi innalzarono un tempio all'Offesa ed all'Impudenza, [e per di più grande, e fece consacrare nei ginnasi le statue degli Amorini e dei Cupidi, consiglio audace che la Grecia accettò]. Sarebbe logico infatti consacrare le virtù, non i vizi. E l'antico altare alla Febbre sul Palatino e l'altro sull'Esquilino alla Cattiva Fortuna e tutte le opere di questo genere per noi esecrabili sono da ripudiare. Infatti, se sarà necessario personificare dei nomi, lo saranno piuttosto quello di Vica Pota, da vincere ed impadronirsi, di Stata da conservare, di Giove Statore ed Invitto e di quante altri beni sono desiderabili, della Salute, dell'Onore, dell'Abbondanza, della Vittoria. E poiché l'animo si conforta nell'attesa dei beni, giustamente fu consacrata da Calatino anche la Speranza. E sia divinizzata anche la Fortuna, o Quella del giorno - infatti vale per tutti i giorni -, o Quella che guarda indietro per recar aiuto, o la Fortuita, con cui si rappresentano piuttosto gli avvenimenti incerti, o la Primigenia, la prima nascita, compagna ora nel momento del concepimento...*
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus