Marcus: Ego veto cum licet pluris dies abesse praesertim hoc tempore anni et amoenitatem et salubritatem hanc sequor; raro autem licet. Sed nimirum me alia quoque causa delectat quae te non attingit Tite.
Atticus: Quae tandem ista causa est?
Marcus: Quia si verum dicimus haec est mea et huius fratris mei germana patria. Hic enim orti stirpe antiquissima sumus hic sacra hic genus hic maiorum multa vestigia. Quid plura? Hanc vides villam ut nunc quidem est lautius aedificatam patris nostri studio qui cum esset infirma valetudine hic fere aetatem egit in litteris. Sed hoc ipso in loco cum avos viveret et antiquo more parva esset villa ut illa Curiana in Sabinis me scito esse natum. Qua re inest nescio quid et latet in animo ac sensu meo quo me plus hic locus fortasse delectet si quidem etiam ille sapientissimus vir Ithacam ut videret inmortalitatem scribitur repudiasse.
Versione tradotta
Marco: - Ma io, quando posso assentarmi per parecchi giorni, specialmente in questa stagione, vengo sempre a cercare l'amenità e la salubrità di questi posti, e purtroppo ciò mi è consentito molto raramente. Comunque mi dà motivo di allegria un'altra ragione ancora, che non ti riguarda da vicino, Tito.
Attico: - E qual è mai questa ragione?
Marco: - A dire il vero, questa è la patria comune mia e di mio fratello; infatti noi qui discendiamo da un antichissimo ceppo, sono qui le tradizioni religiose, qui la stirpe, qui molte tracce dei nostri antenati. Cos'altro? Ebbene, guarda questa villa, così com'è adesso, ristrutturata più riccamente per l'interessamento di nostro padre, ìl quale, a causa della salute malferma, qui trascorse quasi tutta la sua vita nelle occupazioni letterarie. Sappi che io sono nato proprio qui, quando era ancora in vita mio nonno e la villa era piuttosto piccola, secondo l'usanza antica, come quella di Curio in Sabina. Per questo c'è, nascosto nel profondo del mio animo e dei miei sentimenti, qualcosa di indefinibile, per cui questo luogo mi è ancora più caro, se è vero che anche quel famoso eroe molto saggio, per rivedere Itaca, è scritto che abbia rinunziato all'immortalità.
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus