Quod sequitur vero non solum ad religionem pertinet sed etiam ad civitatis statum ut sine iis qui sacris publice praesint religioni privatae satis facere non possint. Continet enim rem publicam consilio et auctoritate optimatium semper populum indigere discriptioque sacerdotum nullum iustae religionis genus praetermittit. Nam sunt ad placandos deos alii constituti qui sacris praesint sollemnibus ad interpretanda alii praedicta vatium neque multorum ne esset infinitum neque ut ea ipsa quae suscepta publice essent quisquam extra conlegium nosset
Versione tradotta
Quanto segue, non riguarda soltanto la religione, ma anche la costituzione civile, col precetto che non si possa attendere ai culti privati senza la presenza di coloro i quali presiedono pubblicamente al culto; tale norma significa infatti che lo Stato ed il popolo hanno sempre bisogno del consiglio e dell'autorità degli ottimati. La distinzione dei sacerdoti non trascura alcun genere di culto legittimo. Gli uni infatti sono stabiliti per placare gli dèi, per presiedere le cerimonie solenni, gli altri per interpretare i responsi dei vati, e non già di molti, che non si finirebbe più; questo perchè nessun estraneo al collegio possa venire a conoscenza delle profezie riconosciute dai pubblici poteri.
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus