De Legibus, Libro 2, Paragrafo 33 - Studentville

De Legibus, Libro 2, Paragrafo 33

Sunt autem ea quae posui ex quibus id quod volumus efficitur et cogitur. Iam vero permultorum exemplorum et nostra est plena res publica et omnia regna omnesque populi cunctaeque gentes augurum praedictis multa incredibiliter vera cecidisse. Neque enim Polyidi neque Melampodis neque Mopsi neque Amphiarai neque Calchantis neque Heleni tantum nomen fuisset neque tot nationes id ad hoc tempus retinuissent ut Phrygum Lycaonum Cilicum maximeque Pisidarum nisi vetustas ea certa esse docuisset. Nec vero Romulus noster auspicato urbem condidisset neque Atti Navi nomen memoria floreret tam diu nisi omnes hi multa ad veritatem admirabilia dixissent. Sed dubium non est quin haec disciplina et ars augurum evanuerit iam et vetustate et neglegentia. Ita neque illi adsentior qui hanc scientiam negat umquam in nostro collegio fuisse neque illi qui esse etiam nunc putat. Quae mihi videtur apud maiores fuisse duplex ut ad rei publicae tempus non numquam ad agendi consilium saepissime pertineret.

Versione tradotta

Esiste dunque ciò che ho detto nella premessa, dal che si conclude necessariamente quanto vogliamo. Certamente la storia del nostro paese è ormai piena di moltissimi esempi, e tutti i regni ed i popoli e le nazioni (testimoniano) che molti fatti incredibili ma veri accaddero secondo le profezie degli àuguri. Non sarebbe stata così grande la fama di Poliidio né di Melampo né di Mopso né di Amfiarao né di Calcante né di Eleno, né tante nazioni avrebbero perpetuato quest'arte fino ad oggi, come quella dei Frigi, dei Licaoni, dei Cilici e soprattutto dei Pisidi, se gli antichi non avessero attestato la veridicità di quelle profezie. Nemmeno il nostro Romolo avrebbe rispettato gli auspici per fondare la città, né il nome di Atto Navio sarebbe rimasto tanto a lungo nel nostro ricordo, se tutti costoro non avessero pronunziato molti sorprendenti vaticini conformi a verità. Ma non c'è alcun dubbio che tutto il complesso di questa scienza ed arte augurale sia ormai svanita per vetustà e trascuratezza. Non sono quindi d'accordo né con chi afferma che non è mai esistita una simile scienza nel nostro collegio, né con chi la ritiene tuttora esistente. A me pare che questa scienza ed arte abbia avuto due aspetti presso i nostri antenati, sì da coinvolgere talvolta circostanze politiche, ma molto spesso da dettare norme di comportamento

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