Atticus: Credo hercle ita esse istique rationi potissimum adsentior. Sed redde cetera.
Marcus: Reddam vero et id si potero brevi. Sequitur enim de iure belli in quo et suscipiendo et gerendo et deponendo ius ut plurimum valeret et fides eorumque ut publici interpretes essent lege sanximus. Iam de haruspicum religione de expiationibus et procurationibus satis esse plane in ipsa lege dictum puto.
Atticus: Adsentior quoniam omnis haec in religione versatur oratio.
Marcus: At vero quod sequitur quo modo aut tu adsentiare ego reprehendam sane quaero Tite.
Atticus: Quid tandem id est?
Versione tradotta
Attico: - Per Ercole, credo che sia proprio così e soprattutto approvo questa tua interpretazione. Ma esponi tutto il resto.
Marco: - Lo esporrò; e, se mi sarà possibile, anche in breve. Il seguito infatti riguarda il diritto di guerra; nell'intraprenderla e condurla a termine abbiamo sancito per legge che si desse la massima importanza al diritto ed alla lealtà, e che di tali aspetti vi fossero degli interpreti pubblici. Quanto poi al rito degli aruspici, alle espiazioni ed alle purificazioni credo che se ne parli con sufficiente chiarezza nel testo stesso della legge.
Attico: - Per me va bene, poiché tutto questo discorso è incentrato sul culto.
Marco: - Però su ciò che segue vorrei chiederti, Tito, in qual modo tu saresti d'accordo [o] io potrei riprendere la discussione.
Attico: - Su quale punto in particolare?
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus