Quid huc accessit ex iure civili? Partitionis caput scriptum caute ut centum nummi deducerentur: inventa est ratio cur pecunia sacrorum molestia liberaretur. Quodsi hoc qui testamentum faciebat cavere noluisset admonet iuris consultus hic quidem ipse Mucius pontifex idem ut minus capiat quam omnibus heredibus relinquatur. Super dicebant quicquid cepisset adstringi: rursus sacris liberatur. Hoc vero nihil ad pontificium ius sed e medio est iure civili ut per aes et libram heredem testamenti solvant et eodem loco res sit quasi ea pecunia legata non esset si is cui legatum est stipulatus est id ipsum quod legatum est ut ea pecunia ex stipulatione debeatur sitque ea non [*Plutarch. quaest. Rom. 34]: . . .
Versione tradotta
A questo cosa si aggiunse del diritto civile? Una clausola stesa con cautela che provvede a dedurne cento sesterzi; ed ecco trovato l'espediente per liberare il patrimonio dal molesto peso del culto. Che se colui il quale redigeva il testamento non avesse voluto ricorrervi, questo giureconsulto Mucio, pontefice egli stesso, consiglia di prendere meno di quanto venga lasciato globalmente agli eredi. I precedenti giuristi affermavano che, qualunque cosa avesse preso, l'erede era tenuto al culto; ed ora invece se ne liberano nuovamente. Ma questo non ha nessuna attinenza col diritto pontificio, ma è derivato dal bel mezzo del diritto civile, cioè che si riscatti in contanti l'erede testamentari, e che a tale condizione il patrimonio rimanga tale come se non fosse stato trasmesso per testamento, a condizione che colui, che ricevette un lascito, abbia fatto oggetto di contratto proprio ciò che gli veniva per eredità, in modo che questa parte di patrimonio gli sia dovuta in forza di contratto e non resti più [gravata dal culto]...*
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus