Habetis igitur explicatum omnem ut arbitror religionum locum.
Quintus: Nos vero frater et copiose quidem; sed perge cetera.
Marcus: Pergam equidem et quoniam libitum est vobis me ad haec inpellere hodierno sermone conficiam spero hoc praesertim die; video enim Platonem idem fecisse omnemque orationem eius de legibus peroratam esse uno aestivo die. Sic igitur faciam et dicam de magistratibus. Id enim est profecto quod constituta religione rem publieam contineat maxime.
Atticus : Tu vero dic et istam rationem quam coepisti tene.
Versione tradotta
Eccovi, dunque, esposto del tutto, come credo, l'argomento del culto.
Quinto: - Certo, fratello, ed anche con ricchezza di dettagli; ma continua con tutti gli altri.
Marco: - Continuerò senz'altro, e dal momento che vi ha fatto piacere incoraggiarmi, concluderò col presente discorso, spero, soprattutto in una giornata come questa; vedo infatti che anche Platone ha fatto la stessa cosa, e in una sola giornata d'estate fu portato a termine tutto il suo discorso sulle leggi. Farò dunque cosi e parlerò dei magistrati; questo infatti è indubbiamente il punto che, una volta sistemata la questione del culto, è il più essenziale per mantenere in piedi lo Stato.
Attico: - Parla pure, e prosegui con il metodo con il quale hai iniziato.
- Letteratura Latina
- Libro 2
- Cicerone
- De Legibus