Multa
videbis enim plagis ibi percita caecis
commutare viam retroque repulsa reverti
nunc huc nunc illuc in cunctas undique partis.
scilicet hic a principiis est omnibus error.
prima moventur enim
per se primordia rerum,
inde ea quae parvo sunt corpora conciliatu
et quasi proxima sunt ad viris principiorum,
ictibus illorum caecis inpulsa cientur,
ipsaque porro paulo maiora lacessunt.
sic a principiis
ascendit motus et exit
paulatim nostros ad sensus, ut moveantur
illa quoque, in solis quae lumine cernere quimus
nec quibus id faciant plagis apparet aperte.
Nunc quae mobilitas sit reddita materiai
corporibus,
paucis licet hinc cognoscere, Memmi.
Versione tradotta
Vedrai infatti molte particelle stimolate da urti ciechi
cambiare cammino e indietro ricacciate
ritornare,
or qui or là, da ogni punto verso qualunque parte.
Certamente questo vagare ha per
tutti origine dagli atomi. Primi infatti si muovono da sé i primi principi delle cose;
quindi quei corpi che constano
d’una piccola aggregazione
e sono quasi prossimi alle forze dei primi principi,
spinti dai
ciechi colpi di quelli, si mettono in movimento,
ed essi stessi a loro volta stimolano i corpi un poco più grandi.
Così
dai primi principi il moto sale e a poco a poco
emerge ai nostri sensi, così che si muovono anche quelle cose
che
possiamo vedere alla luce del sole;
e tuttavia, per quali urti lo facciano, non appare
apertamente.
Ora, quale velocità sia data ai corpi della materia,
di qui si può in breve conoscere, o Memmio.
- Letteratura Latina
- De rerum natura di Lucrezio
- Lucrezio