De Rerum Natura, Libro 2, vv. 129-143 - Studentville

De Rerum Natura, Libro 2, vv. 129-143

Multa

videbis enim plagis ibi percita caecis
commutare viam retroque repulsa reverti

nunc huc nunc illuc in cunctas undique partis.
scilicet hic a principiis est omnibus error.
prima moventur enim

per se primordia rerum,
inde ea quae parvo sunt corpora conciliatu
et quasi proxima sunt ad viris principiorum,

ictibus illorum caecis inpulsa cientur,
ipsaque porro paulo maiora lacessunt.
sic a principiis

ascendit motus et exit
paulatim nostros ad sensus, ut moveantur
illa quoque, in solis quae lumine cernere quimus

nec quibus id faciant plagis apparet aperte.
Nunc quae mobilitas sit reddita materiai
corporibus,

paucis licet hinc cognoscere, Memmi.

Versione tradotta

Vedrai infatti molte particelle stimolate da urti ciechi
cambiare cammino e indietro ricacciate

ritornare,
or qui or là, da ogni punto verso qualunque parte.
Certamente questo vagare ha per

tutti origine dagli atomi. Primi infatti si muovono da sé i primi principi delle cose;
quindi quei corpi che constano

d’una piccola aggregazione
e sono quasi prossimi alle forze dei primi principi,
spinti dai

ciechi colpi di quelli, si mettono in movimento,
ed essi stessi a loro volta stimolano i corpi un poco più grandi.
Così

dai primi principi il moto sale e a poco a poco
emerge ai nostri sensi, così che si muovono anche quelle cose
che

possiamo vedere alla luce del sole;
e tuttavia, per quali urti lo facciano, non appare

apertamente.
Ora, quale velocità sia data ai corpi della materia,
di qui si può in breve conoscere, o Memmio.

  • Letteratura Latina
  • De rerum natura di Lucrezio
  • Lucrezio

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