De Rerum Natura, Libro 2, vv. 144-181 - Studentville

De Rerum Natura, Libro 2, vv. 144-181

Primum aurora novo cum spargit lumine

terras
et variae volucres nemora avia pervolitantes
aëra per tenerum liquidis loca vocibus

opplent,
quam subito soleat sol ortus tempore tali
convestire sua perfundens omnia luce,
omnibus in promptu

manifestumque esse videmus.
at vapor is, quem sol mittit, lumenque serenum
non per inane meat

vacuum; quo tardius ire
cogitur, aërias quasi dum diverberat undas;
nec singillatim corpuscula quaeque vaporis
sed

complexa meant inter se conque globata;
qua propter simul inter se retrahuntur et extra

officiuntur, uti cogantur tardius ire.
at quae sunt solida primordia simplicitate,
cum per inane meant vacuum nec res

remoratur
ulla foris atque ipsa suis e partibus unum,
unum, in quem coepere, locum conixa feruntur,

debent ni mirum praecellere mobilitate
et multo citius ferri quam lumina solis
multiplexque loci spatium

transcurrere eodem
tempore quo solis pervolgant fulgura caelum.
nec persectari primordia singula quaeque,

ut videant qua quicque geratur cum ratione.
At quidam contra haec, ignari materiai,
naturam non

posse deum sine numine reddunt
tanto opere humanis rationibus atmoderate
tempora mutare annorum frugesque creare

et iam cetera, mortalis quae suadet adire
ipsaque deducit dux vitae dia voluptas
et res per

Veneris blanditur saecla propagent,
ne genus occidat humanum. quorum omnia causa
constituisse deos cum fingunt, omnibus

rebus
magno opere a vera lapsi ratione videntur.
nam quamvis rerum ignorem primordia quae

sint,
hoc tamen ex ipsis caeli rationibus ausim
confirmare aliisque ex rebus reddere multis,
nequaquam nobis divinitus

esse creatam
naturam mundi: tanta stat praedita culpa.
quae tibi posterius, Memmi,

faciemus aperta;
nunc id quod super est de motibus expediemus.

Versione tradotta

Anzitutto, quando l’alba cosparge le terre di nuova luce,
e i vari uccelli, volando attraverso i boschi inaccessi,

per l’aria tenera empiono i luoghi di limpide voci,
come subitamente soglia il sole, sorto in quel

momento,
inondare e vestire della sua luce tutte le cose,
vediamo che a tutti è prontamente percepibile e

manifesto.
Eppure quel calore che il sole emette e la luce serena
non per lo spazio vuoto si diffondono;

sì che sono costretti
ad andare più lenti, mentre fendono, per così dire, le onde dell’aria.
Né separatamente si

diffondono i singoli corpuscoli
di calore, ma intrecciati tra loro e conglobati;
perciò ad un tempo si trattengono tra

loro e sono ostacolati
dall’esterno, sì che sono costretti ad andare più lentamente.
Ma i primi principi, che

sono di solida semplicità,
quando traversano lo spazio vuoto, e nessuna cosa li rallenta
dal di fuori, ed essi stessi,

costituendo ciascuno, con le sue parti, un tutto unico, nell’unico verso in cui cominciarono ad andare,

procedono con lo stesso slancio,
devono evidentemente primeggiare per velocità,
e muoversi molto più rapidamente che

la luce del sole,
e correre per una distesa di spazio molto più grande, nello stesso
tempo in cui le folgoranti luci del

sole si diffondono per il cielo.
né tener dietro ad ogni singolo primo principio,
per vedere in che modo si svolga

ogni cosa.
né tener dietro ad ogni singolo primo principio,
per vedere in che modo si svolga ogni cosa.
Ma contro

queste verità alcuni, ignari della materia,
credono che la natura non possa esistere senza il volere

degli dei,
di rispondere tanto armoniosamente ai bisogni degli uomini,
mutare le stagioni e creare le messi e inoltre

tutte
le altre cose, unica guida della vita, il divino piacere,
invita i mortali a volgersi, ed esso stesso li

conduce
e con le lusinghe di Venere li alletta a riprodurre le stirpi,
perché il genere umano non si estingua. Ma, quando

immaginano
che gli dèi abbiano organizzato tutte le cose per causa degli uomini,
sotto ogni aspetto si vede che molto

s’allontanano dalla verità.
E infatti quando anche ignorassi quali siano i principi delle cose,
questo tuttavia oserei

affermare in base agli stessi fenomeni
celesti e valutando molte altre cose:
che la natura del mondo non è stata per

nulla creata
dal volere divino per noi

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  • De rerum natura di Lucrezio
  • Lucrezio

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