Quis cladem illius noctis, quis funera fando
explicet aut possit
lacrimis aequare labores?
urbs antiqua ruit multos dominata per annos;
plurima perque vias sternuntur inertia passim
corpora perque domos et religiosa deorum
limina. nec soli poenas dant sanguine Teucri;
quondam etiam victis redit
in praecordia virtus
victoresque cadunt Danai. crudelis ubique
luctus, ubique pavor et plurima mortis imago.
Primus
se Danaum magna comitante caterva
Androgeos offert nobis, socia agmina credens
inscius, atque ultro verbis compellat
amicis:
‘festinate, viri. nam quae tam sera moratur
segnities? alii rapiunt incensa feruntque
Pergama: vos celsis
nunc primum a navibus itis?’
dixit, et extemplo neque enim responsa dabantur
fida satis sensit medios delapsus in
hostis.
obstipuit retroque pedem cum voce repressit.
improvisum aspris veluti qui sentibus anguem
pressit humi
nitens trepidusque repente refugit
attollentem iras et caerula colla tumentem,
haud secus Androgeos visu tremefactus
abibat.
inruimus densis et circumfundimur armis,
ignarosque loci passim et formidine captos
sternimus; aspirat
primo Fortuna labori.
atque hic successu exsultans animisque Coroebus
‘o socii, qua prima’ inquit ‘Fortuna
salutis
monstrat iter, quaque ostendit se dextra, sequamur:
mutemus clipeos Danaumque insignia nobis
aptemus. dolus
an virtus, quis in hoste requirat?
arma dabunt ipsi.’ sic fatus deinde comantem
Androgei galeam clipeique insigne
decorum
induitur laterique Argivum accommodat ensem.
hoc Rhipeus, hoc ipse Dymas omnisque iuventus
laeta facit:
spoliis se quisque recentibus armat.
vadimus immixti Danais haud numine nostro
multaque per caecam congressi proelia
noctem
conserimus, multos Danaum demittimus Orco.
diffugiunt alii ad navis et litora cursu
fida petunt; pars
ingentem formidine turpi
scandunt rursus equum et nota conduntur in alvo.
Versione tradotta
Chi spiegherebbe parlando la strage di quella notte,
chi le morti o potrebbe eguagliare le
angosce con lacrime?
La città antica che ha dominato per molti anni crolla;
e moltissimi corpi inerti qua e là sono stesi
per le vie
e per le case e le soglie consacrate degli dei.
Ma non da soli i Teucri pagano il fio con il sangue;
a
volte anche ai vinti il valore ritorna nei cuori
ed i vittoriosi Danai cadono. Crudele ovunque
il lutto, ovunque terrore
e frequentissima limmagine della morte.
Primo dei Danai ci si offre, accompagnandolo una grande schiera,
Androgeo,
credendoci schiera alleata
ignaro, ed inoltre chiama con parole amiche:
Affrettatevi, uomini. Quale sì lenta
indolenza
attarda? altri rapinano e portano via Pergamo
incendiata: voi venite appena adesso dalle alte navi?
Disse e
subito, non si davano risposte davvero abbastanza fidate,
si accorse caduto in mezzo ai nemici.
Si stupì e trasse
indietro il piede con la frase.
Come chi calpestò in terra un serpente improvviso
negli aspri sentieri e tentando
trepidante subito schiva
quello che alza le ire e che gonfia i livido colli,
non diversamente Androgeo se nandava
atterrito alla vista.
Attacchiamo e siamo immischiati con le fitte armi,
qua e là ignari del posto e presi da terrore
li
stendiamo; la Fortuna favorisce la prima fatica.
Ed allora Corebo esultando per il successo ed il coraggio
O
compagni, disse, dove la prima Fortuna mostra
la via della salvezza, e dove si offre favorevole, seguiamola:
cambiamo gli
scudi dei Danai e adattiamoci
le insegne. Frode o coraggio, chi indagherebbe nel nemico?
Loro daranno le armi. Così
detto, poi indossa lelmo
chiomato di Androgeo e linsegna decorata
e adatta al fianco la spada argiva.
Rifeo, lo
stesso Dimante e tutta la gioventù contenta
fa questo: ciascuno si arma delle spoglie recenti.
Andiamo mischiati ai Danai
non sotto una nostra divinità
ed avanzati attacchiamo molti scontri nella cieca notte,
spediamo allOrco molti dei
Danai.
Alcuni fuggono alle navi e di corsa cercano
i lidi fidati; una parte con vergognosa paura salgono
lenorme
cavallo di nuovo e si nascondono nel ventre noto.
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