De Rerum Natura, Libro 2, vv. 95-128 - Studentville

De Rerum Natura, Libro 2, vv. 95-128

Quod

quoniam constat, ni mirum nulla quies est
reddita corporibus primis per inane profundum,
sed

magis adsiduo varioque exercita motu
partim intervallis magnis confulta resultant,
pars etiam brevibus spatiis vexantur

ab ictu.
et quae cumque magis condenso conciliatu
exiguis intervallis convecta

resultant,
indupedita suis perplexis ipsa figuris,
haec validas saxi radices et fera ferri
corpora constituunt et

cetera [de] genere horum.
paucula quae porro magnum per inane vagantur,
cetera dissiliunt longe

longeque recursant
in magnis intervallis; haec aëra rarum
sufficiunt nobis et splendida lumina solis.
multaque

praeterea magnum per inane vagantur,
conciliis rerum quae sunt reiecta nec usquam

consociare etiam motus potuere recepta.
Cuius, uti memoro, rei simulacrum et imago
ante oculos semper nobis versatur

et instat.
contemplator enim, cum solis lumina cumque
inserti fundunt radii per opaca domorum:

multa minuta modis multis per inane videbis
corpora misceri radiorum lumine in ipso
et vel ut aeterno

certamine proelia pugnas
edere turmatim certantia nec dare pausam,
conciliis et discidiis exercita crebris;
conicere

ut possis ex hoc, primordia rerum
quale sit in magno iactari semper inani.
dum taxat,

rerum magnarum parva potest res
exemplare dare et vestigia notitiai.
Hoc etiam magis haec animum te advertere par

est
corpora quae in solis radiis turbare videntur,
quod tales turbae motus quoque

materiai
significant clandestinos caecosque subesse.

Versione tradotta

Poiché questo è certo, senza dubbio nessun riposo è dato
ai corpi primi

attraverso il vuoto profondo,
ma piuttosto, travagliati da un moto incessante e vario,
in parte, dopo essersi scontrati,

rimbalzano a grande distanza,
in parte sono scagliati dal colpo anche per brevi tratti.
E quelli che, aggregati con

maggiore compattezza,
dopo essersi urtati rimbalzano in piccoli intervalli,
impacciati come sono

dalle loro stesse figure intricate,
questi formano le dure radici della pietra e la dura materia
del ferro e le altre

cose simili a queste.
Degli altri, che vagano attraverso il vuoto immenso,
pochi saltano lontano, e

lontano rimbalzano
a grandi intervalli: questi ci donano l’aria sottile
e la splendida luce del sole;
ma molti

altri, che furono esclusi dalle aggregazioni,
vagano per il vuoto immenso, né in alcun’altro luogo

poterono essere accolti e unire i loro movimenti.
Di questo fenomeno come lo descrivo, un simulacro e un’immagine

sempre si aggira e incalza dinanzi ai nostri occhi.
Osserva infatti, ogni volta che i raggi filtrati
infondono la luce

del sole nell’ombra delle case:
molti minuti corpi in molti modi, attraverso il vuoto
vedrai

mescolarsi nello stesso fascio luminoso dei raggi,
e come in eterna guerra attaccar battaglie e zuffe,
a torme

contendendo, e non fare mai una pausa,
travagliati da aggregazioni e disgregazioni frequenti;
cosicché da ciò puoi

dedurre quale sia il continuo agitarsi
dei primi principi delle cose nel grande vuoto;
almeno per quanto una

piccola cosa può fornire un esempio
di cose grandi e una pallida idea della loro conoscenza.
E per questa ragione è

ancora più giusto che tu presti attenzione
a questi corpi che vediamo agitarsi nei raggi del sole:

perché tali agitazioni rivelano che ci sono movimenti
di materia anche al di sotto, segreti ed invisibili.

  • Letteratura Latina
  • De rerum natura di Lucrezio
  • Lucrezio

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