Tandem
nequiquam iumentis atque hominibus fatigatis castra in iugo posita, aegerrime ad id ipsum loco purgato; tantuni nivis
fodienduni atque egerendum fuit. Inde ad rupern muniendam per quam unam via esse poterat milites ducti, cum caedendurn esset
saxum, arboribus circa immanibus deiectis detruncatisque struem ingentem lignorum faciunt eamque, cum et vis venti apta
faciendo igni coorta esset, succendunt ardentiaque saxa infuso aceto putrefaciunt. Ita torridam incendio rupern ferro pandunt
molliuntque anfractibus modicis clivos ut non iumenta solum sed elephanti etiam deduci possent. Quadriduurn circa rupern
consumptum, iumentis prope fame absumptis; nuda enini fere cacumina sunt et, si quid est pabuli, obruunt nives. Inferiora
valles apricosque quosdarn colles habent rivosque prope silvas et iam humano cultu digniora loca. Ibi iumenta in pabuluni missa
et quies muniendo fessis hominibus data. Triduo inde ad planum descensum et iani locis mollioribus et accolarum
ingeniis.
Versione tradotta
Uomini e bestie si attardavano in una inutile fatica;
alla fine fu posto l'accampamento sul valico dopo che si era provveduto a ripulire il terreno a questo scopo: lo sforzo fu
grandissimo perché la quantità di neve da scavare e da asportare era enorme. Quindi i soldati furono portati a rendere
praticabile la rupe perché solo attraverso di essa era possibile proseguire il viaggio. Per spezzare la roccia, furono tagliati
e fatti a pezzi degli enormi alberi che sorgevano nei dintorni; fu innalzato un grande cumulo di legna al quale venne appiccato
il fuoco, anche grazie al fatto che era sorto un forte vento atto a tenere alte le fiamme. In questo modo le rocce
incandescenti, su cui viene versato aceto, prendono a sgretolarsi. Così i soldati cominciano a colpi di piccone ad aprire una
via nella roccia surriscaldata dal fuoco, addolciscono i pendii tracciando curve abbastanza larghe da consentire il passaggio
non solo alle bestie da soma ma anche agli elefanti. Per quattro giorni i Cartaginesi lavorarono attorno alla rupe; i giumenti
erano ormai allo stremo per la fame perché le sommità dei monti sono quasi del tutto spoglie di vegetazione e se c'è
qualcosa che possa fornire pastura la neve lo ricopre. Più in basso si estendono vallate e alcuni colli soleggiati e i ruscelli
lambiscono foreste e luoghi già più adatti ad insediamenti umani: qui le bestie furono mandate a pascolare e fu concesso un
po' di riposo agli uomini stanchi per aver aperto la via attraverso la rupe. Nei tre giorni successivi l'esercito
cartaginese scese in pianura, dove i luoghi erano più miti e più disponibili le indoli degli abitanti.
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