Ab urbe condita, Libro, 23, Par. 18, 3-5 - Studentville

Ab urbe condita, Libro, 23, Par. 18, 3-5

Ibi partem maiorem hiemis exercitum in tectis habuit, aduersus omnia humana mala saepe ac diu duratum, bonis

inexpertum atque insuetum. Itaque, quos nulla mali uicerat uis, perdidere nimia bona ac uoluptates immodicae, et eo impensius

quo auidius ex insolentia in eas se merserant. Somnus enim et uinum et epulae et scorta balineaque et otium consuetudine in

dies blandius ita eneruauerunt corpora animosque ut magis deinde praeteritae uictoriae eos quam praesentes tutarentur uires,

maiusque id peccatum ducis apud peritos artium militarium haberetur quam quod non ex Cannensi acie protinus ad urbem Romanam

duxisset; illa enim cunctatio distulisse modo uictoriam uideri potuit, hic error uires ademisse ad uincendum. Itaque hercule,

uelut si cum alio exercitu a Capua exiret, nihil usquam pristinae disciplinae tenuit. Nam et redierunt plerique scortis

impliciti et, ubi primum sub pellibus haberi coepti sunt, uiaque et alius militaris labor excepit, tironum modo corporibus

animisque deficiebant, et deinde per omne aestiuorum tempus magna pars sine commeatibus ab signis dilabebantur neque aliae

latebrae quam Capua desertoribus erant.

Versione tradotta

A Capua tenne al coperto per la maggior parte dell'inverno quell'esercito, più volte e a lungo provato da tutti i

malanni umani, ma inesperto e non abituato ai piaceri. Insomma, quegli uomini che nessuna avversità e nessuna forza erano

riuscite a sconfiggere, furono abbattuti dall'eccessivo benessere e dagli smodati piaceri; e il danno fu tanto maggiore,

quanto più essi che non vi erano abituati vi si immersero. Infatti il poltrire a letto, il vino, i banchetti, le prostitute, i

bagni, l'ozio - sempre più piacevole mano a mano che ci si abituava un giorno dopo l'altro - a tal punto debilitarono i

corpi e gli animi che in seguito erano più protetti dalle vittorie ottenute nel passato che dalle forze che loro rimanevano.

Chi era esperto di arte militare sosteneva che quel passo falso del comandante era ben più grave di quello commesso quando, dal

campo di battaglia di Canne, non aveva marciato direttamente su Roma. Se quella esitazione sembrava aver semplicemente

differito la vittoria, quello sbaglio dissipò le energie indispensabili per la vittoria. E dunque, per Ercole, quando Annibale

usci di Capua sembrava che fosse a capo di ben altri uomini: ad essi non riusciva ad imporre più l'antica disciplina: e

infatti moltissimi di loro, che ormai avevano delle relazioni con le prostitute, tornarono indietro; quando riprese la vita

sotto le tende e ripresero anche le marce e tutte le fatiche della vita militare, erano senza energie nel corpo e

nell'anima, quasi fossero delle reclute. Quindi, per tutto il tempo delle operazioni estive, la maggior parte, anche se

priva di licenza, si allontanava di nascosto dal suo reparto. E ai disertori non si offriva altro nascondiglio che

Capua.

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