Libro 3 - Favola 17 - Studentville

Libro 3 - Favola 17

Olim quas vellent esse in tutela sua divi legerunt arbores. Quercus Iovi, at myrtus

Veneri placuit, Phoebo laurea, pinus Cybebae, populus celsa Herculi. Minerva admirans quare steriles sumerent interrogavit.

Causam dixit Iuppiter: “Honorem fructu ne videamur vendere.” “At mehercules narrabit quod quis voluerit, oliva nobis propter

fructum est gratior.” Tum sic deorum genitor atque hominum sator: “O nata, merito sapiens dicere omnibus. Nisi utile est quod

facimus, stulta est gloria.” Nihil agere quod non prosit fabella admonet.

Versione tradotta

Un giorno gli dei scelsero le piante che volevano a loro tutela. La quercia piacque a

Giove, ma il mirto a Venere, a Febo l’alloro, il pino a Cibale, l’alto pioppo ad Ercole. Minerva meravigliandosi chiese perché

scegliessero le sterili. Giove dichiarò il motivo. ”Perché non sembriamo vendere l’onore per il frutto.” ”Ma certamente narrerà

quello che ognuno vorrà, a noi l’olivo è più gradito per il frutto.” Allora così il padre degli dei ed i creatore degli uomini:

”O figlia, giustamente sei detta saggia da tutti. Se non è utile ciò che facciamo, la gloria è stolta.” La favoletta insegna

che non fa nulla ciò che non giova.

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  • Le Fabulae di Fedro
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