Libro 3 - Favola 2 - Studentville

Libro 3 - Favola 2

Solet a despectis par referri gratia. Panthera

inprudens olim in foveam decidit. Videre agrestes; alii fustes congerunt, alii onerant saxis; quidam contra miseriti periturae

quippe, quamvis nemo laederet, misere panem ut sustineret spiritum. Nox insecuta est; abeunt securi domum, quasi inventuri

mortuam postridie. At illa, vires ut refecit languidas, veloci saltu fovea sese liberat et in cubile concito properat gradu.

Paucis diebus interpositis provolat, pecus trucidat, ipsos pastores necat, et cuncta vastans saevit irato impetu. Tum sibi

timentes qui ferae pepercerant damnum haut recusant, tantum pro vita rogant. At illa: “Memini quis me saxo petierit, quis panem

dederit; vos timere absistite; illis revertor hostis qui me laeserunt.”

Versione tradotta

E' solito da quelli che disprezzano essere restituito un uguale favore. Una volta una pantera imprudente

cadde in una buca. La videro i contadini; alcuni raccolgono bastoni, altri coprono di sassi; alcuni invece impietositi di lei

destinata a morire senz’altro anche se nessuno colpisse, mandarono del pane per sostenerne lo spirito. Seguì la notte; tornano

sicuri a casa, quasi intenzionati a trovarla morta il giorno dopo. Ma quella, come ristabilì le forze languide, con veloce

salto si libera dalla buca e si dirige alla tana con passo svelto. Passati pochi giorni ripiomba; trucida il gregge, uccide gli

stessi pastori, e devastando tutte le cose imperversa con irato assalto. Allora temendo per sé quelli che avevano risparmiato

la fiera non contestano il danno, solo pregano per la vita. Ma quella: “Ricordo chi mi ha assalito col sasso, chi diede pane;

voi smettete di temere; mi rivolgo come nemica a quelli che mi colpirono.

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