Dictatore habente comitia Caesare
consules creantur Iulius Caesar et P. Servilius: is enim erat annus, quo per leges ei consulem fieri liceret. His rebus
confectis, cum fides tota Italia esset angustior neque creditae pecuniae solverentur, constituit, ut arbitri darentur; per eos
fierent aestimationes possessionum et rerum, quanti quaeque earum ante bellum fuisset, atque hac creditoribus traderentur. Hoc
et ad timorem novarum tabularum tollendum minuendumve, qui fere bella et civiles dissensiones sequi consuevit, et ad debitorum
tuendam existimationem esse aptissimum existimavit. Itemque praetoribus tribunisque plebis rogationes ad populum ferentibus
nonnullos ambitus Pompeia lege damnatos illis temporibus, quibus in urbe praesidia legionum Pompeius habuerat, quae iudicia
aliis audientibus iudicibus, aliis sententiam ferentibus singulis diebus erant perfecta, in integrum restituit, qui se illi
initio civilis belli obtulerant, si sua opera in bello uti vellet, proinde aestimans, ac si usus esset, quoniam aui fecissent
potestatem. Statuerat enim prius hos iudicio populi debere restitui, quam suo beneficio videri receptos, ne aut ingratus in
referenda gratia aut arrogans in praeripiendo populi beneficio videretur.
Versione tradotta
Nei
comizi che si tennero sotto la dittatura di Cesare, furono eletti consoli Giulio Cesare e Publio Servilio ; era quello infatti
l'anno in cui, a termini di legge, egli poteva accedere di nuovo al consolato. Fatto ciò, poiché in tutta l'Italia il
credito era in una situazione piuttosto grave, e i debiti non venivano pagati, stabilì che venissero nominati degli arbitri,
che procedessero alla stima dei beni mobili e immobili, in base al loro valore di prima della guerra, per soddisfare con questi
i creditori. Ritenne che questo fosse il provvedimento più adatto ad eliminare o almeno a diminuire il timore della
cancellazione dei debiti , normale conseguenza delle guerre e delle disco , rdie civili, e a salvaguardare il credito dei
debitori. Parimenti, su proposta presentata al popolo dai pretori e dai tribuni della plebe, riabilitò alcuni cittadini
condannati per broglio elettorale in base alla legge Pompea , nel periodo in cui Roma era presidiata dalle legioni di Pompeo e
le sentenze venivano emesse da giudici diversi da quelli che avevano seguito la causa, e il tutto veniva liquidato in una sola
giornata. Questi cittadini si erano messi a sua disposizione fin dall'inizio della guerra civile, nel caso volesse servirsi
di loro nel conflitto, ed egli si comportava come se se ne fosse servito, poiché gli avevano dato la loro disponibilità. Aveva
infatti stabilito che costoro dovevano essere reintegrati nei loro diritti con una pubblica sentenza, piuttosto che sembrare
riabilitati dal suo personale favore, questo per non sembrare ingrato nel restituire un favore o arrogante nell'attribuire a
se stesso la facoltà di accordare un beneficio che spettava al popolo concedere.
- Letteratura Latina
- De Bello Civili di Giulio Cesare
- Cesare