O fons Bandusiae splendidior vitro,
dulci digne mero non sine floribus,
cras
donaberis haedo,
cui frons turgida cornibus
primis et venerem et proelia destinat.
Frustra: nam gelidos inficiet tibi
rubro sanguine rivos
lasciui suboles gregis.
Te flagrantis atrox hora
Caniculae
nescit tangere, tu frigus amabile
fessis vomere tauris
praebes et
pecori vago.
Fies nobilium tu quoque fontium
me dicente cavis impositam ilicem
saxis, unde loquaces
tymphae desiliunt tuae.
Versione tradotta
O fonte di Bandusia,più splendente del vetro,
degna di
dolce vino non senza fiori,
domani ti verrà donato un capretto
sulla cui fronte turgida le prime corna
per
assicurare amore e lotte:
invano,infatti la prole del gregge lascivo
ti
impregnerà di rosso sangue
i gelidi ruscelli.
L'atroce ora dell'ardente canicola non riesce
a toccarti,tu
offri un'amabile freschezza
ai tori sfiniti dal vomere
e al gregge vagante. *
Anche tu
sarai fra le nobili fonti
Giacché io canto il leccio che si trova
Nelle cavità rocciose da dove le tue acque
Scendono mormoranti.
- Letteratura Latina
- Orazio