Nam
profecto memoria tenetis Cotta et Torquato consulibus complures in Capitolio res de caelo esse percussas, cum et simulacra
deorum depulsa sunt et statuae veterum hominum deiectae et legum aera liquefacta et tactus etiam ille, qui hanc urbem condidit,
Romulus, quem inauratum in Capitolio parvum atque lactantem uberibus lupinis inhiantem fuisse meministis. Quo quidem tempore
cum haruspices ex tota Etruria convenissent, caedes atque incendia et legum interitnm et bellum civile ac domesticum et totius
urbis atque imperii oecasum adpropinquare dixerunt, nisi di inmortales omni ratione placati suo numine prope fata ipsa
flexissent.
Versione tradotta
Infatti ricorderete che, sotto il consolato di Cotta e Torquato, in Campidoglio molte cose furono colpite dal cielo, i
simulacri degli dei divelti, le statue degli antenati abbattute, le tavole di bronzo delle leggi liquefatte, e ne fu percosso
anche colui che fondò questa città, Romolo, che ricorderete era stato riprodotto in oro nel Campidoglio, piccolo ed allattato
poppante dalle mammelle della lupa. In quel tempo, essendo convenuti aruspici da tutta lEtruria, dissero che si avvicinavano
stragi ed incendi, la scomparsa delle leggi, una guerra civile intestina ed il tramonto di tutta la città e dellImpero, a meno
che gli dei immortali, soddisfatti di ogni pretesa, avessero, con la propria forza, mutato il corso degli eventi.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- Catilinarie