Etenim recordamini, Quirites, omnis civiles dissensiones, non solum eas, quas audistis, sed eas, quas
vosmet ipsi meministis atque vidistis. L. Sulla P. Sulpicium oppressit [eiecit ex urbe]; C. Marium, custodem huius urbis,
multosque fortis viros partim eiecit ex civitate, partim interemit. Cn. Octavius consul armis expulit ex urbe collegam; omnis
hic locus acervis corporum et civium sanguine redundavit. Superavit postea Cinna cum Mario; tum vero clarissimis viris
interfectis lumina civitatis extincta sunt. Ultus est huius victoriae crudelitatem postea Sulla; ne dici quidem opus est,
quanta deminutione civium et quanta calamitate rei publicae. Dissensit M. Lepidus a clarissimo et fortissimo viro, Q. Catulo;
attulit non tam ipsius interitus rei publicae luctum quam ceterorum.
Versione tradotta
Ricordatevi, infatti, o Quiriti, di tutte le lotte civili, e non solo di quelle di
cui avete sentito parlare, ma anche di quelle che ricordate per averle viste. Silla scacciò P. Sulpicio dalla città;scacciò
dalla città Mario, che ne era il custode, e molti uomini valorosi in parte scacciò, in parte uccise. Il Console Cn. Ottavio
scacciò il collega dalla città con le armi;tutto questo luogo ridondò di mucchi di cadaveri e di sangue dei cittadini.
Intervenne poi Cinna con Mario, e una volta uccisi gli uomini migliori, si spensero le glorie della città. Di poi Silla vendicò
la crudeltà di questa vittoria, e non è necessario dire con quanta falcidia di cittadini e sventura per la Repubblica. M.
Lepido si scontrò con lillustre e valoroso Q. Catulo, e arrecò di per sè tanto lutto per la distruzione della Repubblica
quanto gli altri.
- Catilinarie
- Libro 3
- Cicerone
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