De Bello Gallico, Libro 3 - Par. 26 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 3 - Par. 26

Crassus equitum praefectos cohortatus ut magnis praemiis pollicitationibusque suos excitarent, quid fieri velit ostendit. Illi ut erat imperatum eductis iis cohortibus quae praesidio castris relictae intritae ab labore erant, et longiore itinere circumductis, ne ex hostium castris conspici possent, omnium oculis mentibusque ad pugnam intentis celeriter ad eas quas diximus munitiones pervenerunt atque his prorutis prius in hostium castris constiterunt, quam plane ab his videri aut quid rei gereretur cognosci posset. Tum vero clamore ab ea parte audito nostri redintegratis viribus, quod plerumque in spe victoriae accidere consuevit, acrius impugnare coeperunt. Hostes undique circumventi desperatis omnibus rebus se per munitiones deicere et fuga salutem petere intenderunt. Quos equitatus apertissimis campis consectatus ex numero milium l, quae ex Aquitania Cantabrisque convenisse constabat, vix quarta parte relicta multa nocte se in castra recepit.

Versione tradotta

Crasso spronati i prefetti perché con grandi premi e promesse incitassero i loro, espose cosa voleva si facesse. Essi, come era stato ordinato, fatte uscire le coorti che erano rimaste a guardia degli accampamenti, non logorate dalla fatica, guidate con una marcia più lunga perché non si potessero vedere dagli accampamenti dei nemici, con gli occhi e le menti di tutti attente alla battaglia, giunsero velocemente a quelle fortificazioni, che nominammo ed abbattutele si insediarono negli accampamenti dei nemici prima che chiaramente si potessero vedere da questi e si potesse far qualcosa. Allora proprio, sentito un urlo da quella parte, i nostri, riprese le forze, cosa che per lo più è solito accadere nella fiducia della vittoria, cominciarono a lottare più accanitamente. I nemici, circondati da ogni parte, disperate tutte le possibilità, cercarono di buttarsi attraverso le fortificazioni e trovare la salvezza con la fuga. Ma la cavalleria, raggiuntili per le apertissime pianure da un numero di 50 mila, che risultava si fosse raccolta dall’Aquitania e dai Cantabri, a stento sopravvissuta una quanta parte, a notte inoltrata si ritirò negli accampamenti.

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