Quibus pro tantis
rebus, Quirites, nullum ego a vobis praemium virtutis, nullum insigne honoris, nullum monumentum laudis postulo praeterquam
huius diei memoriam sempiternam. In animis ego vestris omnes triumphos meos, omnia ornamenta honoris, monumenta gloriae, laudis
insignia condi et collocari volo. Nihil me mutum potest delectare, nihil tacitum, nihil denique eius modi, quod etiam minus
digni ad sequi possint. Memoria vestra, Quirites, nostrae res alentur, sermonibus crescent, litterarum monumentis inveterascent
et corroborabuntur; eandemque diem intellego, quam spero aeternam fore, propagatam esse et ad salutem urbis et ad memoriam
consulatus mei, unoque tempore in hac re publica duos civis extitisse quorum alter finis vestri imperii non terrae, sed caeli
regionibus terminaret, alter eiusdem imperii domicilium sedesque servaret.
Versione tradotta
Per tutto questo, o Quiriti, io non pretendo da voi un premio al valore, un onore particolare, un monumento di
elogio, se non la memoria perpetua di questo giorno. Io voglio che siano costituiti e collocati nei vostri animi tutti i miei
trionfi, tutti i fregi dellonore, i monumenti di gloria, le insegne dellencomio. Non può essermi gradito il silenzio, il
tacere, niente di ciò che anche altri meno degni possono conseguire. Le nostre gesta, o Quiriti, sono alimentate dalla vostra
memoria, cresceranno con i discorsi, invecchieranno e si invigoriranno con i monumenti della letteratura;e prevedo quel giorno,
che spero duri in eterno, destinato a ricordare sia la salvezza della città, sia il mio consolato, ed a ricordare che, nello
stesso anno, in questa Repubblica, vi furono due cittadini, dei quali luno stabilì i confini del vostro impero non nelle
regioni della terra, ma del cielo, laltro salvò la capitale e le istituzioni di quello stesso impero.
- Letteratura Latina
- Libro 3
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