Reliquis deinceps diebus Caesar silvas caedere instituit, et ne quis inermibus imprudentibusque militibus ab latere impetus fieri posset, omnem eam materiam quae erat caesa conversam ad hostem conlocabat et pro vallo ad utrumque latus exstruebat. Incredibili celeritate magno spatio paucis diebus confecto, cum iam pecus atque extrema impedimenta a nostris tenerentur, ipsi densiores silvas peterent, eiusmodi tempestates sunt consecutae, uti opus necessario intermitteretur et continuatione imbrium diutius sub pellibus milites contineri non possent. Itaque vastatis omnibus eorum agris, vicis aedificiisque incensis Caesar exercitum reduxit et in Aulercis Lexoviis reliquisque item civitatibus quae proxime bellum fecerant, in hibernis conlocavit.
Versione tradotta
In seguito negli altri giorni Cesare decise di tagliare le selve e perché con si potessero verificare attacchi da lato ai soldati inermi e che non se l’aspettavano, e tutto quel materiale, che era stato tagliato, lo metteva di fronte contro il nemico, lo ammassava come trincea ad entrambi i lati.
Con incredibile velocità, realizzato un grande spazio in pochi giorni, mentre ormai il bestiame e gli ultimi carriaggi erano conquistati, ed essi cercavano selve più dense, giunsero tempeste di tal genere, che necessariamente il lavoro veniva interrotto e per il prolungamento (continuo) delle piogge i soldati non si potevano tenere più a lungo sotto le pelli. Cosi devastati tutti i loro campi, bruciati villaggi ed edifici, Cesare ritirò l’esercito e lo pose negli accampamenti invernali. Tra gli Aulirci, i Lessovi, e ugualmente tra le altre nazioni che recentemente avevano fatto la guerra.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cesare
- De Bello Gallico