Illud perficiam profecto, Quirites, ut ea, quae gessi in consulatu, privatus
tuear atque ornem, ut, si qua est invidia in conservanda re publica suscepta, laedat invidos, mihi valeat ad gloriam. Denique
ita me in re publica tractabo, ut meminerim semper, quae gesserim, curemque, ut ea virtute, non casu gesta esse videantur. Vos,
Quirites, quoniam iam est nox, venerati Iovem illum, custodem huius urbis ac vestrum, in vestra tecta discedite et ea, quamquam
iam est periculum depulsum, tamen aeque ac priore nocte custodiis vigiliisque defendite. Id ne vobis diutius faciundum sit,
atque ut in perpetua pace esse possitis, providebo.
Versione tradotta
Farò subito in modo, o Quiriti, che quelle imprese che ho gestito nel consolato io tuteli ed onori
da privato, affinchè, se venisse sollevata una qualche critica nella conduzione della salvezza della Repubblica, essa ricada
sui detrattori e si volga a mia gloria. Infine, mi comporterò nella Repubblica in modo da ricordare sempre che le cose che ho
gestito e curate appaiano trattate non dal caso, ma da quel valore. E voi, Quiriti, poiché già annotta, dopo aver venerato
Giove, custode vostro e di questa città, tornate nelle vostre case e, benchè il pericolo sia ormai scacciato, tuttavia, al pari
della notte precedente, difendetele con custodi e sentinelle. Provvederò affinchè non sia necessario lo facciate più a lungo,
perchè possiate restare in perpetua pace.
- Catilinarie
- Libro 3
- Cicerone
- Catilinarie