De Bello Gallico, Libro 3 - Par. 5 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 3 - Par. 5

Cum iam amplius horis sex continenter pugnaretur ac non solum vires, sed etiam tela nostros deficerent atque hostes acrius instarent languidioribusque nostris vallum scindere et fossas complere coepissent resque esset iam ad extremum perducta casum, P. Sextius Baculus, primi pili centurio, quem Nervico proelio compluribus confectum vulneribus diximus, et item C. Volusenus, tribunus militum, vir et consilii magni et virtutis, ad Galbam adcurrunt atque unam esse spem salutis docent, si eruptione facta extremum auxilium experirentur. Itaque convocatis centurionibus celeriter milites certiores facit, paulisper intermitterent proelium ac tantummodo tela missa exciperent seque ex labore reficerent, post dato signo e castris erumperent atque omnem spem salutis in virtute ponerent.

Versione tradotta

Poiché ormai si combatteva da più di sei ore, e non solo le forze, ma anche le armi venivano a mancare ai nostri ed i nemici incalzavano più aspramente e, mentre i nostri piuttosto indeboliti, avevano cominciato a sbrecciare la palizzata e riempire i fossati ed essendo la situazione ormai arrivata al momento estremo, P. Sestio Baculo, centurione di prima fila, che abbiamo ricordato ferito da parecchi colpi nella guerra Nervia e ugualmente C. Voluseno, tribuno dei soldati, uomo di grande saggezza e coraggio, corrono da Galba e mostrano che la speranza di scampo è una sola, se tentavano l’estremo aiuto, fatta una sortita.
Così chiamati i centurioni informò velocemente i soldati, di allentare un poco lo scontro e di evitare solo le armi
lanciate e di riprendersi dalla fatica, poi dato il segnale di uscire dagli accampamenti e di porre tutta la speranza di scampo nel valore.

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