Atque interea statim admonitu
Allobrogum C. Sulpicium praetorem, fortem virum, misi, qui ex aedibus Cethegi, si quid o telorum esset, efferret; ex quibus
ille maximum sicarum numerum et gladiorum extulit. Introduxi Volturcium sine Gallis; fidem publicam iussu senatus dedi;
hortatus sum, ut ea, quae sciret sine timore indicaret. Tum ille dixit, cum vix se ex magno timore recreasset, a P. Lentulo se
habere ad Catilinam mandata et litteras, ut servorum praesidio uteretur, ut ad urbem quam primum cum exercitu accederet; id
autem eo consilio, ut, cum urbem ex omnibus partibus, quem ad modum discriptum distributumque erat, incendissent caedemque
infinitam civium fecissent, praesto esset ille, qui et fugientis exciperet et se cum his urbanis ducibus coniungeret.
Versione tradotta
E, nel frattempo, per consiglio degli Allobrogi,
incaricai immediatamente il Pretore C.Sulpicio, uomo valoroso, di portar fuori della casa di Cetego qualunque arma trovasse, ed
egli portò via di là un numero considerevole di pugnali e di spade.Feci poi entrare Volturcio senza i Galli;con l
autorizzazione del Senato, gli garantii limmunità e lo invitai a dichiarare senza timore tutto ciò che sapeva.Allora egli,
appena riavutosi da grande timore, dichiarò di aver ricevuto da Publio Lentulo istruzioni e lettere per Catilina, affinchè si
servisse delle forze degli schiavi e, con lesercito, marciasse al più presto sulla città;col consiglio, poi, una volta che
avessero incendiato la città nei vari suburbi così comera stato stabilito e ripartito, e avessero fatto una grande strage di
cittadini, egli catturasse anche i fuggiaschi e si riunisse con i suoi comandanti di città.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- Catilinarie