Hanc autem Cethego cum ceteris controversiam fuisse dixerunt, quod Lentulo et aliis Saturnalibus
caedem fieri atque urbem incendi placeret, Cethego nimium id longum videretur. Ac ne longum sit, Quirites, tabellas proferri
iussimus, quae a quoque dicebantur datae. Primo ostendimus Cethego; signum cognovit. Nos linum incidimus, legimus. Erat
scriptum ipsius manu Allobrogum senatui et populo sese, quae eorum legatis confirmasset, facturum esse; orare ut item illi
facerent, quae sibi eorum legati recepissent. Tum Cethegus, qui paulo ante aliquid tamen de gladiis ac sicis, quae apud ipsum
erant deprehensa, respondisset dixissetque se semper bonorum ferramentorum studiosum fuisse, recitatis litteris debilitatus
atque abiectus conscientia repente conticuit. Introductus est Statilius; cognovit et signum et manum suam. Recitatae sunt
tabellae in eandem fere sententiam; confessus est. Tum ostendi tabellas Lentulo et quaesivi, cognosceretne signum. Adnuit.
‘Est vero’, inquam, ‘notum quidem signum, imago avi tui, clarissimi viri, qui amavit unice patriam et cives suos; quae
quidem te a tanto scelere etiam muta revocare debuit.’
Versione tradotta
Dissero anche che vi fu contrasto fra Cetego e gli altri,
in quanto Lentulo e gli altri volevano che fosse compiuta la strage e incendiata la città per i Saturnali, mentre a Cetego ciò
sembrava troppo lungo.Per farla breve, o Quiriti, ordinammo che fossero portate le lettere che si dicevano scritte da
ciascuno.Per primo le mostrammo a Cetego, il quale riconobbe il sigillo.Noi dissuggelliamo la lettera, la leggiamo.Era lo
scritto per mano di lui, diretto al Senato ed al popolo dgli Allobrogi, in cui si diceva che essi avrebbero fatto tutto ciò che
egli avesse confermato ai loro legati;li pregava di fare ciò che i loro legati avessero accettato.Allora Cetego che, poco
prima, in merito alle spade ed ai pugnali rinvenuti nella sua casa, aveva detto di essere sempre stato un amatore delle armi
bianche, abbattuto dalla lettura delle lettere e sconvolto nella sua coscienza, tacque di colpo.Venne introdotto Statilio e
riconobbe il suo sigillo e la sua scrittura.Furono lette le lettere, quasi dello stesso tenore;confessò.Allora mostrai le
lettere a Lentulo e gli chiesi se ne riconoscesse il sigillo. Confermò. Per vero dissi- è un sigillo noto, limmagine del tuo
avo che amò straordinariamente la sua Patria ed i suoi concittadini;essa, ancorchè silenziosa, doveva tenerti lontano da un
delitto così grande.
- Catilinarie
- Libro 3
- Cicerone
- Catilinarie