De Bello Civili, Libro 3 - Par. 90 - Studentville

De Bello Civili, Libro 3 - Par. 90

Exercitum cum militari more ad pugnam cohortaretur suaque in eum perpetui temporis officia

praedicaret, in primis commemoravit testibus se militibus uti posse, quanto studio pacem petisset, quae per Vatinium in

conloquiis, quae per Aulum Clodium cum Scipione egisset, quibus modis ad Oricum cum Libone de mittendis legatis contendisset.

Neque se umquam abuti militum sanguine neque rem publicam alterutro exercitu privare voluisse. [3] Hac abita oratione

exposcentibus militibus et studio pugnae ardentibus tuba signum dedit.

Versione tradotta

(Cesare), dopo aver spronato (spronando) l’

esercito alla battaglia secondo l’uso militare e messi in evidenza i propri meriti verso l'esercito in ogni tempo, convocò

per prima i soldati di cui potesse servirsi come testimoni, (ricordando) con quanto zelo avesse cercato la pace, che cosa

avesse fatto nei colloqui con Scipione per mezzo di Vatinio, che cosa per mezzo di Aulo Clodio, in che modo per Orico avesse

contrattato con Libone, perché fossero mandati ambasciatori. Né non volesse giammai abusare del sangue dei soldati né privare

la repubblica di alcun esercito. Tenuta questa orazione, poiché i soldati lo chiedevano ed erano impazienti di combattere, la

tromba diede il segnale.

  • Letteratura Latina
  • De Bello Civili di Giulio Cesare
  • Cesare

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti