Paragrafo 31
His temporibus Scipio detrimentis
quibusdam circa montem Amanum acceptis imperatorem se appellaverat. Quo facto civitatibus tyrannisque magnas imperaverat
pecunias item a publicanis suae provinciae debitam biennii pecuniam exegerat et ab eisdem insequentis anni mutuam praeceperat
equitesque toti provinciae imperaverat. Quibus coactis finitimis hostibus Parthis post se relictis qui paulo ante M. Crassum
imperatorem interfecerant et M. Bibulum in obsidione habuerant legiones equitesque ex Syria deduxerat. Summamque in
sollicitudinem ac timorem Parthici belli provincia cum venisset ac nonnullae militum voces cum audirentur sese contra hostem si
ducerentur ituros contra civem et consulem arma non laturos deductis Pergamum atque in locupletissimas urbes in hiberna
legionibus maximas largitiones fecit et confirmandorum militum causa diripiendas his civitates dedit.
Paragrafo 32
His temporibus Scipio detrimentis quibusdam circa montem Amanum acceptis
imperatorem se appellaverat. Quo facto civitatibus tyrannisque magnas imperaverat pecunias item a publicanis suae provinciae
debitam biennii pecuniam exegerat et ab eisdem insequentis anni mutuam praeceperat equitesque toti provinciae imperaverat.
Quibus coactis finitimis hostibus Parthis post se relictis qui paulo ante M. Crassum imperatorem interfecerant et M. Bibulum in
obsidione habuerant legiones equitesque ex Syria deduxerat. Summamque in sollicitudinem ac timorem Parthici belli provincia cum
venisset ac nonnullae militum voces cum audirentur sese contra hostem si ducerentur ituros contra civem et consulem arma non
laturos deductis Pergamum atque in locupletissimas urbes in hiberna legionibus maximas largitiones fecit et confirmandorum
militum causa diripiendas his civitates dedit.
Paragrafo 33
Praeterea Ephesi a fano
Dianae depositas antiquitus pecunias Scipio tolli iubebat. Certaque eius rei die constituta cum in fanum ventum esset adhibitis
compluribus ordinis senatorii quos advocaverat Scipio litterae ei redduntur a Pompeio mare transisse cum legionibus Caesarem:
properaret ad se cum exercitu venire omniaque posthaberet. His litteris acceptis quos advocaverat dimittit; ipse iter in
Macedoniam parare incipit paucisque post diebus est profectus. Haec res Ephesiae pecuniae salutem attulit.
Paragrafo 34
Caesar Antonii exercitu coniuncto deducta Orico legione quam tuendae
orae maritimae causa posuerat temptandas sibi provincias longiusque procedendum existimabat et cum ad eum ex Thessalia
Aetoliaque legati venissent qui praesidio misso pollicerentur earum gentium civitates imperata facturas L. Cassium Longinum cum
legione tironum quae appellabatur XXVII atque equitibus CC in Thessaliam C. Calvisium Sabinum cum cohortibus V paucisque
equitibus in Aetoliam misit; maxime eos quod erant propinquae regiones de re frumentaria ut providerent hortatus est. Cn.
Domitium Calvinum cum legionibus duabus XI et XII et equitibus D in Macedoniam proficisci iussit; cuius provinciae ab ea parte
quae libera appellabatur Menedemus princeps earum regionum missus legatus omnium suorum excellens studium profitebatur.
Paragrafo 35
Ex his Calvisius primo adventu summa omnium Aetolorum receptus voluntate
praesidiis adversariorum Calydone et Naupacto eiectis omni Aetolia potitus est. Cassius in Thessaliam cum legione pervenit. Hic
cum essent factiones duae varia voluntate civitatum utebatur: Hegesaretos veteris homo potentiae Pompeianis rebus studebat;
Petraeus summae nobilitatis adulescens suis ac suorum opibus Caesarem enixe iuvabat.
Versione tradotta
Nello stesso periodo, Scipione, pur avendo subìto
alcune sconfitte nella regione del monte Amano , aveva assunto il titolo di ímperator. In seguito aveva imposto gravi tributi
alle città e ai tiranni e aveva nello stesso tempo riscosso dai pubblicani della sua provincia gli arretrati degli ultimi due
anni, facendosi inoltre anticipare le imposte dell'anno successivo; aveva poi ordinato un reclutamento di cavalleria a tutta
la provincia. Dopo aver raccolto questo contingente, lasciatisi alle spalle i Parti, suoi nemici di frontiera, gli stessi che
poco tempo prima avevano ucciso l'imperator Marco Crasso e stretto d'assedio Marco Bibulo, aveva ritirato dalla Siria le
legioni e la cavalleria. Ma poiché nella provincia si andava manifestando una grande apprensione e paura di una guerra contro i
Parti e, con una certa frequenza, si sentiva dire dai soldati che sarebbero stati pronti a prendere le armi contro i nemici, se
contro questi fossero stati condotti, ma non contro un concittadino e un console, condotte le legioni ai quartieri d'inverno a
Pergamo e nelle più ricche città, fece ingenti largizioni e, per rianimare i soldati, concesse il saccheggio di alcune
città.
Frattanto in tutta la provincia si esigeva con grande severità
il versamento dei contributi imposti. Inoltre, per desiderio di denaro, venivano escogitate molte nuove imposte, secondo le
classi dei cittadini; sulle singole persone, schiavi o liberi, veniva imposto un tributo; veniva richiesta un'imposta sulle
colonne, sulle porte, sul frumento, sui soldati, sulle armi, sui rematori, sulle macchine da guerra, sui trasporti; purché si
potesse trovare il nome di una cosa, questo sembrava essere motivo sufficiente per esigere denaro. Non solo alle città, ma
quasi a ogni borgata e singolo villaggio venivano preposti capi con comando militare. E chi di questi aveva agito con maggiore
durezza e crudeltà veniva giudicato il migliore degli uomini e dei cittadini. La provincia era piena di littori e di autorità,
zeppa di esattori e di prefetti che, oltre che alle tasse imposte, pensavano anche al proprio guadagno personale; infatti
andavano dicendo che, espulsi dalla patria e dalla casa, mancavano di ogni cosa necessaria, per coprire con una etichetta
d'onestà un comportamento vergognosissimo. A ciò si aggiungevano i pesantissimi interessi, come per lo più suole accadere in
tempo di guerra, quando a tutti vengono imposti tributi; e in queste circostanze dicevano essere una donazione il differimento
del pagamento di un sol giorno. E così il debito della provincia in quel biennio si moltiplicò. E per questo motivo non solo ai
cittadini romani di quella provincia, ma anche alle singole comunità e alle singole cittadinanze venivano imposti determinati
tributi e andavano dicendo che quelle somme venivano richieste in prestito in base a un decreto del senato; agli appaltatori
delle imposte pubbliche, poiché avevano racimolato dei capitali, venivano richiesti in prestito i tributi dell'anno
successivo.
Scipione ordinava inoltre di prelevare il tesoro
custodito a Efeso , nel tempio di Diana, fin dai tempi più antichi. Stabilito il giorno per effettuare l'operazione, quando ci
si trovava già nel tempio, alla presenza di molti membri dell'ordine senatorio fatti venire da Scipione, gli viene consegnata
una lettera di Pompeo con la notizia dello sbarco di Cesare con le legioni e l'ordine di affrettarsi a raggiungerlo con
l'esercito, posponendo ogni altro affare. Ricevuta questa lettera, congeda quelli che aveva convocato, comincia a preparare il
passaggio in Macedonia e, dopo pochi giorni, si mette in viaggio. Fu questa circostanza a salvare il tesoro di
Efeso
Cesare, unitosi all'esercito di Antonio, dopo avere ritirato
da Orico la legione che qui aveva posto per difendere la costa, giudicava di dovere mettere alla prova le province e avanzare
oltre; ed essendo a lui giunti dalla Tessaglia e dall'Etolia ambasciatori a promettere che, se fosse stato mandato un
presidio, le cittadinanze di quei popoli avrebbero eseguito gli ordini, mandò in Tessaglia L. Cassio Longino con la legione di
reclute chiamata la ventisettesima e con duecento cavalieri e in Etolia C. Calvisio Sabino con cinque coorti e pochi cavalieri;
li esortò, in modo particolare, a provvedere all'approvvigionamento, poiché quelle regioni erano vicine. Ordinò a Cn. Domizio
Calvino di partire per la Macedonia con due legioni, la undicesima e la dodicesima, e con cinquecento cavalieri; Menedemo,
mandato come ambasciatore dalla zona di quella provincia, che era chiamata libera, e che di quelle regioni era il capo,
assicurava uno straordinario favore di tutti i suoi verso Cesare.
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Dei due inviati, Calvisio fu accolto fin dal suo arrivo con la massima disponibilità da parte di tutti gli Etoli e,
scacciati i presidi avversari da Calidone e Naupatto , s'impadronì di tutta l'Etolia. Cassio giunse con la legione in
Tessaglia, dove la popolazione era divisa in due fazioni ed aveva quindi disposizioni diverse: Egesareto , un uomo di antico
potere, favoriva il partito di Pompeo; Petreo , un giovane di altissimo lignaggio, sosteneva Cesare con tutti i mezzi suoi e
dei suoi concittadini
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