De Bello Civili, Libro 3 - Paragrafo 100 - Studentville

De Bello Civili, Libro 3 - Paragrafo 100

Eodem tempore D. Laelius cum classe ad Brundisium venit eademque ratione qua factum a Libone antea demonstravimus insulam

obiectam portui Brundisino tenuit. Similiter Vatinius qui Brundisio praeerat tectis instructisque scaphis elicuit naves

Laelianas atque ex his longius productam unam quinqueremem et minores duas in angustiis portus cepit itemque per equites

dispositos aqua prohibere classiarios instituit. Sed Laelius tempore anni commodiore usus ad navigandum onerariis navibus

Corcyra Dyrrachioque aquam suis supportabat neque a proposito deterrebatur neque ante proelium in Thessalia factum cognitum aut

ignominia amissarum navium aut necessariarum rerum inopia ex portu insulaque expelli potuit.

Versione tradotta

Nello stesso periodo Decimo Lelio giunse a Brindisi

con la flotta e, con la stessa manovra eseguita tempo prima da Libone, come abbiamo narrato, occupò l'isola situata davanti al

porto di Brindisi. Allo stesso modo Vatinio, che comandava a Brindisi, con delle imbarcazioni pontate e opportunamente

equipaggiate attirò le navi di Lelio e prese nelle strettoie del porto una quinqueremi che si era spinta troppo lontano e due

navi più piccole, e in seguito dispose presidi di cavalleria per impedire ai marinai di rifornirsi d'acqua. Ma Lelio, che

poteva profittare di una stagione più favorevole alla navigazione, si faceva portare acqua da Corcira e da Durazzo con le navi

da carico, senza lasciarsi scoraggiare nel suo proposito e, prima che si sapesse dello scontro avvenuto in Tessaglia, né la

vergogna di aver perduto le navi, né la mancanza di quanto era indispensabile, poterono scacciarlo dal porto e dall'isola.

  • Letteratura Latina
  • De Bello Civili di Giulio Cesare
  • Cesare

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