Atticus: Reddes igitur nobis ut in religionis lege fecisti admonitu et rogatu meo sic de magistratibus ut disputes quibus de causis maxime placeat ista discriptio.
Marcus: Faciam Attice ut vis et locum istum totum ut a doctissimis Graeciae quaesitum et disputatum est explicabo et ut institui nostra iura attingam.
Atticus: Istud maxime exspecto disserendi genus.
Marcus: Atqui pleraque sunt dicta in illis libris quod faciendum fuit quom de optuma re publica quaereretur. Sed huius loci de magistratibus sunt propria quaedam a Theophrasto primum deinde a Dione Stoico quaesita subtilius.
Versione tradotta
Attico: - Ed allora, come già hai fatto a proposito della legge sul culto, dietro mio consiglio e richiesta, vorrai spiegarci così anche riguardo ai magistrati, per quali ragioni specifiche si debba fare questa distinzione.
Marco: - Farò come vuoi, Attico, e esporrò per intero tutto questo argomento come fu studiato e discusso dai più dotti Greci e, come ho già programmato, mi occuperò delle nostre leggi.
Attico: - Mi aspetto proprio un tal genere di esposizione.
Marco: - Eppure il più già è stato esposto in quei libri, cosa che pur doveva essere fatta, quando si indagava sulla forma migliore di Stato; ma alcune questioni su questo argomento dei magistrati furono studiate con molta sottigliezza prima da Teofrasto, poi dallo stoico Diogene.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- De Legibus