De Legibus, Libro 3, Paragrafo 14 - Studentville

De Legibus, Libro 3, Paragrafo 14

Atticus: Ain tandem? Etiam a Stoicis ista tractata sunt?

Marcus: Non sane nisi ab eo quem modo nominavi et postea a magno homine et in primis erudito Panaetio. Nam veteres verbo tenus acute illi quidem sed non ad hunc usum popularem atque civilem de re publica disserebant. Ab Academia magis ista manarunt Platone principe. Post Aristoteles inlustravit omnem hunc civilem in disputando locum Heraclidesque Ponticus profectus ab eodem Platone. Theophrastus vero institutus ab Aristotele habitavit ut scitis in eo genere rerum ab eodemque Aristotele doctus Dicaearchus huic rationi studioque non defuit. Post a Theophrasto Phalereus ille Demetrius de quo feci supra mentionem mirabiliter doctrinam ex umbraculis eruditorum otioque non modo in solem atque in pulverem sed in ipsum discrimen aciemque produxit. Nam et mediocriter doctos magnos in re publica viros et doctissimos homines non nimis in re publica versatos multos commemorare possumus: qui vero utraque re excelleret ut et doctrinae studiis et regenda civitate princeps esset quis facile praeter hunc inveniri potest?

Atticus: Puto posse et quidem aliquem de tribus nobis. Sed perge ut coeperas.

Versione tradotta

Attico: - Davvero? Anche dagli Stoici fu trattato questo?

Marco: - Non del tutto, salvo da colui che ho menzionato poco fa, e poi soprattutto da quel grande e coltissimo uomo, che fu Panezio. Gli antichi, sia pure con parole piene di finezza, erano soliti discutere, sì, ma non per l'utilità pratica del popolo e dello Stato. Queste dottrine derivarono prevalentemente da questa Accademia e in primo luogo da Platone. Successivamente Aristotele illustrò nei suoi trattati tutta questa materia politica, ed Eraclide Pontico, muovendo sempre da Platone. Teofrasto, dal canto suo, discepolo di Aristotele, pose il suo principale studio, come sapete, in mezzo a tal genere di problemi, ed anche Dicearco, istruito dallo stesso Aristotele, non mancò d'applicarsi a questo genere di studi. Quindi, sulla scia di Teofrasto, quel Demetrio Falereo già da me citato, trasse in maniera ammirevole questa scienza non solo dalla quiete tranquilla dei dotti al sole ed alla polvere, ma addirittura nei pericoli della lotta politica. Possiamo infatti ricordare molti grandi uomini politici pur di mediocre cultura e molti uomini coltissimi non molto interessati alla vita pubblica; ma al di fuori di questi, chi potremmo facilmente individuare che eccellesse in ambedue le attività, e fosse il più grande sia negli studi scientifici sia nella gestione dello Stato?

Attico: - Penso che lo si possa trovare, e precisamente qualcuno di noi tre; ma continua come avevi iniziato.

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