Paucis post diebus Caesar auctor senatui fuit Vitellio atque Veranio et Servaeo sacerdotia tribuendi: Fulcinio suffragium ad honores pollicitus monuit ne facundiam violentia praecipitaret. Is finis fuit ulciscenda Germanici morte, non modo apud illos homines qui tum agebant etiam secutis temporibus vario rumore iactata. Adeo maxima quaeque ambigua sunt, dum alii quoquo modo audita pro compertis habent, alii vera in contrarium vertunt, et gliscit utrumque posteritate. At Drusus urbe egressus repetendis auspiciis mox ovans introiit. Paucosque post dies Vipsania mater eius excessit, una omnium Agrippae liberorum miti obitu: nam ceteros manifestum ferro vel creditum est veneno aut fame extinctos.
Versione tradotta
Pochi giorni dopo Cesare propose al Senato di conferire i sacerdozi a Vitellio, Veranio e Servio: promettendo a Fulcinio il suo voto per la carica lo ammonì di non rovinare l'eloquenza con l'impetuosità. Ciò fu la fine per le vendette della morte di Germanico, scossa da varie dicerie non solo presso quegli uomini che vivevano allora ma anche presso quelli dei periodi successivi. Ci sono incertezze anche per i fatti importanti, dal momento che alcuni ritengono ciò che in qualche modo hanno udito cose vere, altri cambiano le cose vere nel contrario, ed entrambe si diffondono col passare del tempo. Ma Druso uscito dalla città per rinnovare gli auspici, subito rientrò con un'ovazione. E dopo pochi giorni morì sua madre Vipsania, l'unica tra tutti i figli di Agrippa con una morte tranquilla: infatti gli altri morirono notoriamente col ferro o in modo sospetto per veleno o per fame.
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