Cur autem aut vetera aut aliena proferam potius quam et nostra et recentia? Quis inquam tam audax tam nobis inimicus fuisset ut cogitaret umquam de statu nostro labefactando nisi mucronem aliquem tribunicium exacuisset in nos? Quem quom homines scelerati ac perditi non modo ulla in domo sed nulla in gente reperirent gentis sibi in tenebris rei publicae perturbandas putaverunt. Quod nobis quidem egregium et ad inmortalitatem memoriae gloriosum neminem in nos mercede ulla tribunum potuisse reperiri nisi cui ne esse quidem licuisset tribuno.
Versione tradotta
E perché poi dovrei ricordare o fatti antichi o estranei anziché i nostri e per di più recenti? Chi, io dico, avrebbe potuto mai essere tanto temerario, tanto nemico nei nostri confronti, da pensare di farci precipitare giù dalla nostra posizione, se non avesse puntato contro di noi il pugnale di qualche tribuno? Ma poiché questi uomini scellerati e disperati non poterono trovarlo in nessuna casa, né in nessuna famiglia, credettero di poter sconvolgere le masse nelle zone tenebrose dello Stato. Notevole e degno d'immortale ricordo è per noi il fatto che per nessun compenso si potè trovare alcun tribuno contro di noi, se non uno per il quale non sarebbe stato neppure legale essere tribuno.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- De Legibus