‘At aliquando incenditur.’ Et quidem saepe sedatur. Quod enim est tam desperatum collegium in quo nemo e decem sana mente sit? Quin ipsum Ti. Gracchum non solum neglectus sed etiam sublatus intercessor evertit. Quid enim illum aliud perculit nisi quod potestatem intercedenti collegae abrogavit? Sed tu sapientiam maiorum in illo vide: concessa plebei a patribus ista potestate arma ceciderunt restincta seditio est inventum est temperamentum quo tenuiores cum principibus aequari se putarent in quo uno fuit civitatis salus. ‘At duo Gracchi fuerunt.’ Et praeter eos quamvis enumeres multos licet cum deni creentur nullos in omni memoria reperies perniciosos tribunos leves etiam non bonos fortasse plures: invidia quidem summus ordo caret plebes de suo iure periculosas contentione nullas facit.
Versione tradotta
"Ma qualche volta sì infiamma." E in verità spesso si calma. Quale organo collegiale potrebbe essere così disperato, da non avere fra dieci suoi componenti qualcuno sano di mente? Che anzi proprio un oppositore, che era stato non solo trascurato, ma addirittura soppresso, condusse alla rovina lo stesso Tiberio Gracco. Che altro infatti lo abbattè, se non il fatto di avere annullato il potere al collega che gli si opponeva ? Ma tu scorgi in quell'episodio la saggezza dei nostri antenati: dopo che dai patrizi fu concessa alla plebe questa magistratura le armi caddero, la rivoluzione fu spenta, si trovò un compromesso, per cui gli individui delle classi più umili potessero credere di essere equiparati agli ottimati; ed in questo solo provvedimento vi fu la salvezza dello Stato. " Ma i Gracchi furono due." Ed oltre a quelli, sebbene si possano contarne molti, dal momento che erano nominati a dieci per volta, troverai vari tribuni assolutamente funesti nel ricordo di tutti, ed anche di avventati, di non buoni forse di più: la classe alta non è più malvista, la plebe non fa più azioni di lotta per i suoi diritti.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- De Legibus