Atticus: Ille vero etsi tuus est totus ordo gratissimamque memoriam retinet consulatus tui pace tua dixerim: non modo censores sed etiam iudices omnes potest defatigare.
Marcus: Omitte ista Attice! Non enim de hoc senatu nec his de hominibus qui nunc sunt sed de futuris si qui forte his legibus parere voluerint haec habetur oratio. Nam cum omni vitio carere lex iubeat ne veniet quidem in eum ordinem quisquam vitii particeps. Id autem difficile factu est nisi educatione quadam et disciplina; de qua dicemus aliquid fortasse si quid fuerit loci aut temporis
Versione tradotta
Attico: - Ma quest'ordine, sebbene sia tutto tuo e conservi il ricordo riconoscente del tuo consolato, potrebbe stancare, con tua buona pace, consentimi di dirlo, non solo i censori, ma anche tutti i giudici.
Marco: - Lascia stare questi argomenti, Attico; questa discussione non riguarderà questo senato né questi uomini che vi sono oggi, ma quelli futuri, se alcuni per caso vorranno obbedire a queste leggi. Infatti poiché la legge impone che quest'assemblea sia esente da ogni difetto, non sarà nemmeno ammesso in quest'ordine alcuno partecipe di azioni indegne. E ciò in pratica è difficile da attuarsi, se non grazie ad una certa educazione e disciplina; delle quali forse diremo qualcosa, se rimarrà un po' di tempo e l'occasione.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- De Legibus