De Legibus, Libro 3, Paragrafo 34 - Studentville

De Legibus, Libro 3, Paragrafo 34

Quintus: Atqui frater bona tua venia dixerim ista sententia maxime et fallit imperitos et obest saepissime rei publicae cum aliquid verum et rectum esse dicitur sed optineri id est obsisti posse populo negatur. Primum enim obsistitur cum agitur severe deinde vi opprimi in bona causa est melius quam malae cedere. Quis autem non sentit omnem auctoritatem optimatium tabellariam legem abstulisse? Quam populus liber numquam desideravit idem oppressus dominatu ac potentia principum flagitavit. Itaque graviora iudicia de potentissimis hominibus extant vocis quam tabellae. Quam ob rem suffragandi nimia libido in non bonis causis eripienda fuit potentibus non latebra danda populo in qua bonis ignorantibus quid quisque sentiret tabella vitiosum occultaret suffragium. Itaque isti rationi neque lator quisquam est inventus nec auctor umquam bonus.

Versione tradotta

Quinto: - Eppure, fratello, con tua buona pace, oserei dire, quest'opinione in particolare ed inganna gli inesperti ed assai spesso nuoce al pubblico interesse, quando si dice che qualcosa è vera e giusta, ma si afferma che non si può ottenere, cioè che non è possibile opporsi al popolo. Ci si oppone infatti in primo luogo agendo con severità, e secondariamente subire violenza per una causa buona è meglio che assecondarne una cattiva. Chi non s'accorge infatti che la legge tabellaria ha annullato tutta l'influenza degli ottimati? Legge che il popolo libero mai aveva desiderato, ma che chiese con insistenza invece quando fu oppresso dalla dominazione e dal potere dei capi. Pertanto quando si debbono giudicare i personaggi più potenti, risultano più severi i giudizi dati a voce di quelli della scheda. Per tal motivo si sarebbe dovuto impedire ai potenti l'eccessiva voglia di racimolare voti in cause non oneste, piuttosto che offrire al popolo un rifugio, nel quale mentre i galantuomini ignorano ciò che ciascuno di loro pensa, con la scheda esso nasconde un voto riprovevole. Pertanto non si trovò mai una persona retta che volesse suggerire o presentare un tale progetto di legge.

  • Letteratura Latina
  • Libro 3
  • Cicerone
  • De Legibus

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti